Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro
(confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

martedì 31 luglio 2012

I SINDACATI RAPPRESENTATIVI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE: CONTINUA L'INCANTESIMO DI PATRONI GRIFFI

Il Ministro-Mago Patroni Griffi continua a ipnotizzare i sindacati rappresentativi del pubblico impiego.Dopo aver fatto apparire il mostro (i licenziamenti) , dopo lo zucchero filato (l'intesa del 3 maggio) , dopo aver spento la luce il 25 luglio e lasciato in un buio inquietante la parte sindacale, dopo
averla risvegliata con una doccia gelata con l'approvazione della spending review il 30 luglio e dopo aver evocato l'orco dei ventimila licenziamenti nel pubblico impiego ha  proiettato nelle menti confuse dei pur esperti rappresentanti sindacali l'immagine di un bivio. Uno strano bivio che a un certo punto, dopo qualche miglio, si ricongiungerà e porterà sotto terra i nostri amici (poco male) ma soprattutto i lavoratori pubblici italiani.Già CGIL,UIL e UGL si sono buttati a sinistra (lo sciopero e la solo apparente barricata che più che altro li metterà al riparo, loro e le loro coscienze, dall'ira dei lavoratori) . La CISL invece ha preso il ramo di destra: no allo sciopero, continuare a seguire gli esperimenti del Ministro a settembre, cercare di rendere presentabile il tutto attraverso la trasformazione , all'ARAN, dell'intesa del 3 maggio in accordo quadro sulle relazioni sindacali. Il Ministro continua a ripetere incessantemente la formula magica: "licenziamenti, prepensionamenti, mobilità" , gli apprendisti stregoni CISL assicurano che no, il Ministro non licenzierà nè esoderà nessuno.
Come AGL magari non saremo ancora così esperti, tuttavia alcuni concetti ci sembrano chiari e non sembra che i trucchi di Patroni Griffi stiano facendo grande effetto su di noi.
Innanzitutto: Patroni Griffi (peraltro persona serissima e preparatissima) ha perso ogni credibilità come Ministro della Funzione Pubblica. Dall'inizio del suo mandato ha detto e scritto tutto e il contrario di tutto.E per di più ha sberlinato innanzi agli occhi dell'opinione pubblica sindacati la cui serietà ed autorevolezza fino ad oggi non era stata mai messa così in discussione (una volta, se ricordate, in Italia i Sindacati erano temutissimi e rispettati). Si abbia la decenza , visto che dobbiamo recuperare qualche punto nell'immagine-Paese, da parte delle maggiori confederazioni, di chiederne le dimissioni e/o lui stesso abbia l'orgoglio di capire di aver sbagliato dicastero (forse lo Spettacolo sarebbe stato  più adatto a lui, anche considerata la lontana parentela col grande regista che portava lo stesso cognome).
Secondo, come era buona norma fare una volta, i sindacati rappresentativi chiedano di trattare direttamente con Monti, nel frattempo. Gli facciano intendere però, preventivamente, anche ad agosto, che senza una P.A. che lo supporti qualsiasi tentativo di cambiare il Paese sarebbe velleitario. E, per dimostrarglielo, più che organizzare scioperi generali, cominciamo a fare vedere al governo cosa significa paralizzare per un congruo intervallo di tempo  una singola Amministrazione (chiaramente una di quelle che contino qualcosa e non quelle che fungono da cimitero degli elefanti dirigenziali). Facciamo un pò i "camionisti" della P.A. quindi.
Avrete già capito quindi che per l'AGL sono inutili sia nuovi scioperi generali sia trattative con Patroni Griffi (i cui impegni sarebbero sconfessati a stretto giro di posta- i precedenti conteranno pure qualcosa - da lui stesso)
Due sono le condizioni da pretendere: la presenza del Ministero dell'Economia in ogni fase delle future trattative con impegni scritti da parte dello stesso sulla sostenibilità di bilancio delle soluzioni che si andranno a concordare col Presidente del Consiglio; l'edificazione di una vera e propria Linea Maginot che fissi due pregiudiziali assolute e non negoziabili: 1) prepensionamenti solo volontari 2) nessun licenziamento di presunti esuberi nè quelli risultanti dalle presenti piante organiche nè quelli che potrebbero emergere dalla revisione delle stesse (e qui le altre confederazioni farebbero bene a non lasciare sola la CISL a trattare di queste cose col Governo). Come più volte abbiamo detto, la bandiera che il movimento sindacale pubblico deve far propria senza più esitare è quella della "mobilità dei dipendenti pubblici da una amministrazione all'altra nell'interesse dei cittadini" (è sempre e solo stata evocata solo a parole) e non della mobilità come anticamera del licenziamento (i 24 mesi all'80% dello stipendio).  Quindi i posti nella P.A. vanno difesi e mantenuti, tutti.Non facciamo del blocco del turn over nè una sciagura nè un tabù: c'è stato (111 mila posti in meno calcolati negli ultimi anni), è un portato naturale del progresso tecnologico che non va rallentato solo per perpetuare una PA anche ammortizzatore sociale e bacino elettorale o per non far perdere l'esercito a dirigenti pupilli della politica o su quelle poltrone per eredità Non c'è bisogno di istituire commissioni di studio per sapere quali pubbliche amministrazioni in Italia non servono a nulla (non per colpa di chi ci lavora dentro ma per obsolescenza di norme e funzioni, nonchè per fallimento di modelli organizzativi della PA che solo in Italia residuano) e quali potrebbero essere invece, se supportate da nuovo personale e da adeguati supporti informatici, potenzialmente, fattore di rinascita del ruolo della PA. Non c'è più tempo, sbrighiamoci a farlo.
Da ultimo, i dipendenti pubblici vigilino su comportamenti che spiace perfino interpretare in maniera così maliziosa. E' evidente che la scelta della CISL è una ciambella lanciata a una maggioranza in difficoltà per consentirle di guadagnare tempo e dilazionare il più possibile scelte traumatiche che potrebbero avere sgradevoli effetti elettorali. Così come è palese che l'apparente intransigenza dell'altra parte dei sindacati, quella più bellicosa , oggettivamente remi nella stessa direzione di chi, da destra e da sinistra, voglia portare il prima possibile il governo Monti a cadere  e a monetizzare a livello elettorale la brutta figura.
Riflettano i lavoratori pubblici e comprenderanno che la battaglia non viene fatta, dai più grandi sindacati rappresentativi, a loro tutela e in loro nome ma per entità terze che continueranno in futuro a deprimere le pubbliche funzioni che dovrebbero innanzitutto essere al servizio dei più deboli.
Ci appelliamo pertanto a tutti i lavoratori pubblici e a tutte le forze sindacali che hanno a cuore la loro condizione affinchè non si imbocchi nè l'una nè l'altra strada e si vada invece diritti, costruendo un nuovo sentiero che ci porti, dopo tanti anni, ad essere protagonisti della costruzione del nuovo.

CONFERENZA STATO-REGIONI: LINEE GUIDA SULLA FORMAZIONE IN SALUTE E SICUREZZA

(approvato nella seduta del 26 luglio 2012)
Per leggere l'intero documento vai al sito dell'AGL SICUREZZA SUL LAVORO cliccando sul seguente link:
http://agl-sicurezza-lavoro.blogspot.it/2012/07/conferenza-stato-regioni-linee-guida.html

lunedì 30 luglio 2012

ILVA DI TARANTO: MORIRE AVVELENATI, MORIRE DI FAME DISOCCUPATI O EMIGRARE?




Innanzitutto piena solidarietà ai tarantini, sia a quelli che lavorano all'ILVA o nell'indotto sia a quelli che non ci lavorano. Non è colpa loro se si è arrivati a questo punto. Si accusa la politica. Giusto. Il servilismo durante questi anni nei confronti della famiglia Riva è sotto gli occhi di tutti. Ma cosa ha fatto la Magistratura dal 1961 in poi? Grazie quindi anche al GIP Todisco (ai PM e alle Forze dell'Ordine che li hanno coadiuvati)  per aver fatto, finalmente, per conto dello Stato,  il proprio dovere.
Dei ritardi della politica abbiamo già accennato. Quella nazionale, quella regionale pugliese, quella tarantina. Ma neanche i Sindacati storici (nazionali e locali) possono dire di avere la coscienza a posto. E si vede dai comunicati impauriti che stanno diramando in queste ore. Capiscono che la gente è esasperata e che la situazione può sfuggire loro di mano. Sicuramente singoli dirigenti avranno denunciato, lanciato allarmi. Ma è evidente che in questi decenni la "ragion di stato" sindacale abbia prevalso. Si sostengono i lavoratori tout court e si spera nel Tribunale del riesame. E' evidente che 12000 operai imbestialiti , a stento guidati dai loro delegati sindacali, non riprendono il lavoro così tranquillamente dopo aver quasi posto in stato di assedio una città, se non hanno, seppur riservatamente, avuto precise rassicurazioni dai soggetti istituzionali che, si sa, in questi casi, remano abbastanza in sintonia tra loro. E non è neppure un caso se i tecnici che avrebbero dovuto avviare le operazioni di spegnimento che durerebbero 2 mesi neppure abbiano messo il naso fuori dai loro laboratori.
Siamo italiani e queste cose, da sempre, le capiamo al volo.
Quindi facciamo un passo in avanti, qualche considerazione sull'immediato futuro.Innanzitutto: l'ILVA è uno stabilimento essenziale per l'economia italiana ma è tecnicamente ormai superato e alla fine del suo ciclo utile.Risponde a una logica antica, di sfruttamento indiscriminato del territorio e di disprezzo per la salute a vantaggio del profitto.Non ce ne siamo accorti ma il modello tarantino è quello oggi imperante in quelle realtà del mondo appena sviluppato in cui si sacrifica tutto alla minimizzazione del costo del lavoro (ricordate quando si parlò di quella fabbrica cinese, detta "dei suicidi" in cui una multinazionale occidentale aveva, con grandi profitti, delocalizzato una sua produzione?). Come capita di frequente accusiamo società che si trovano a migliaia di km. da noi di comportamenti che attuiamo nel cortile di casa nostra e, per di più, con nostri connazionali.
Parliamoci chiaro e non cerchiamo di diluire le responsabilità e di buttarla in politica. Qui occorre non fermarsi agli arresti domiciliari dei proprietari ma assicurarsi che presto tutto il loro patrimonio , in Italia e all'estero ,sia quello personale che quello celato nelle casse della società ILVA, venga destinato alla popolazione tarantina (lavoratori e cittadini) per iniziare a lenire i danni (a volte irreversibili) procurati da questa famiglia. Non sta a noi indicare le soluzioni tecnico-giuridiche per realizzare ciò ma alla politica nazionale innanzitutto (la riforma elettorale può aspettare un pò)perchè questo si configura come un disastro doloso di proporzioni nazionali da punire esemplarmente.
Diciamo poi un'altra cosa chiara: l'accordo raggiunto tra governo, parti sociali e enti locali sulla bonifica e il risanamento è solo fumo negli occhi, un inganno, per gli operai e  per i cittadini di Taranto.I soldi di cui si parla (336 milioni di euro non ancora tutti a disposizione più altri 100 promessi dalla Regione Puglia) non sono soldi legati a interventi ex novo dopo il disastro ma denaro occorrente per onorare impegni e accordi presi prima e sui quali, a questo punto, relativamente all'effettiva incisività, è lecito avanzare pesanti dubbi. E poi sono pochi: a Porto Marghera, per un intervento analogo, si stanno investendo 5 miliardi di euro. Meglio a questo punto che in blocco tutti questi soldi vengano subito riversati sugli operai dell'ILVA e dell'indotto (almeno saremo sicuri della loro corretta destinazione)  per i quali si prospetta un lungo periodo di difficoltà che a stento potrà essere fronteggiato con i soli ammortizzatori sociali.Perchè diciamoci la verità: lo stabilimento ILVA mai e poi mai potrà essere compatibile con la città di Taranto. Facciamocene una ragione. Comprendiamo che ormai lo scandalo ha raggiunto un livello tale che è probabile che sulla questione ci metta le mani l'Onu ancor prima di occuparsi del nucleare iraniano.Tecnicamente non è possibile bonificare quel tipo di impianto senza prima spegnerlo. Non è vero che Taranto sia una città a vocazione industriale, chiedetelo ai mitilicoltori e agli allevatori che hanno dovuto chiudere i battenti.L'industria semmai dovrebbe portare sviluppo complessivo, non produrre cattedrali nel deserto per di più creato dalla stessa industria con lo sterminio degli esseri viventi. Chiudiamo l'ILVA, abbandonando illusori e antieconomici propositi di bonifica e riconversione, sosteniamo per 3-4 anni il reddito degli operai (compresi quelli dell'indotto) raccogliendo i soldi così come da noi indicato, riuniamo intorno a un tavolo i soggetti sociali tarantini, pugliesi , nazionali e internazionali e individuiamo un modello di sviluppo alternativo, con produzioni ecosostenibili, magari creando una zona franca fiscale. In 3-4 anni può avvenire il miracolo: diminuire e azzerare i morti avvelenati, sostenere questi eroici lavoratori che, come quelli della centrale di Cernobyl , hanno quasi certamente compromesso il loro futuro per assicurarne uno alle loro famiglie e alla loro regione ed evitare una ingiusta ripresa del fenomeno migratorio di tanti bravi lavoratori italiani.

SANATORIA STRANIERI. FATE ATTENZIONE A....

NON pagate chi vi offre dei modelli da compilare. Di solito essi sono disponibili gratuitamente presso gli uffici abilitati (Poste, Banche, ecc.)

NON fidatevi ciecamente di mediatori sconosciuti, anche se si tratta di vostri connazionali

NON firmate false dichiarazioni. In Italia è un reato perseguibile penalmente.

NON pagate intermediari sospetti e falsi datori di lavoro perchè essi non possono garantirvi con sicurezza che la vostra domanda sarà accettata, visto che per questo sono competenti gli uffici preposti i quali potrebbero bloccarla

NON fidatevi della ricevuta di presentazione che vi esibisce il datore di lavoro. Potrebbe essere falsa. Chiedete aiuto, per verificare, a soggetti qualificati

NON presentatevi direttamente e personalmente , se avete il sospetto che qualcosa non vada nella domanda di regolarizzazione, agli uffici di Polizia (che avrebbero il dovere di espellervi in caso di irregolarità) ma rivolgetevi prima a un Avvocato o a un Sindacato che potrete delegare per effettuare i debiti controlli

NON vi fidate di "messe in scena" ma controllate sempre, annotandovi l'indirizzo, dove venite condotti dagli intermediari per firmare qualsiasi documento

NON cercate di farvi giustizia da soli in caso scopriate di essere stati imbrogliati. Potreste passare dalla parte del torto e, nella peggiore delle ipotesi, incappare in personaggi legati alla criminalità organizzata. Chiedete sempre l'interposizione di un avvocato o di un sindacato, anche per tutelare la vostra incolumità.

NON fidatevi di datori di lavoro che vogliano improvvisamente regolarizzarvi. Può farlo, infatti, solo il datore che finora vi ha utilizzato in nero.

NON pagate di tasca vostra il contributo di 1000 euro e gli arretrati di imposte e contributi. Sono infatti a carico del vostro datore di lavoro

NON fidatevi di chi dice di sapere già dei particolari su norme che ancora devono uscire e che stabiliranno ulteriori particolari della sanatoria. Rivolgetevi piuttosto ai Sindacati.

PER OGNI ULTERIORE INFORMAZIONE E TUTELA LE SEDI DEL NOSTRO SINDACATO SONO A VOSTRA DISPOSIZIONE.

TANTO TUONO' CHE PIOVVE. DOPO LO SCIOPERO UNICREDIT E MPS, ABI E BIG SINDACALI (GATTI E VOLPI) STANNO PER METTERSI D'ACCORDO SULLA COGESTIONE DEGLI ESUBERI.

Cosa bolle in pentola dopo gli scioperi a MPS e UNICREDIT?
Leggete qui:
http://www.ilgiornale.it/news/economia/banche-test-dello-sciopero-generale-826577.html
Confermati 28 mila esuberi (di cui 15 mila esodati), la cui entità potenziale non è stata minimamente scalfita dallo sciopero. I numeri sono impietosi e se ne deve uscire, piaccia o no ai Sindacati. I quali , come di moda in Italia, sono "scelti" tra quelli più "dialoganti".Nonostante poi gli scioperi passati e il futuro (quello generale) Monti non si è affatto impressionato (o meglio, così gli è stato ordinato, dai suoi azionisti di riferimento, le banche) e non ha emanato i decreti necessari alla riproposizione degli specifici ammortizzatori del settore. In pratica, si comincia a stringere il cappio intorno al collo dei lavoratori per imporre loro di sbrigarsi a decidere: gli Apache (i banchieri) hanno circondato il fortino (i bancari) attendendo che sotto il sole fame e sete comincino a provocare gli effetti voluti.Il rospo da ingoiare è grosso e ruvido: smaltimento (proviamo ad indovinare: in questo caso gli aiuti del Governo non si faranno attendere) veloce della pratica esodati e, per tutti gli altri che rimarranno (alleggeriti dagli altri esuberi), salario variabile legato agli andamenti delle aziende. In pratica passaggio coatto a una condizione molto simile a quella degli associati in partecipazione o ai lavoratori delle cooperative.Difficilmente i lavoratori potranno ribellarsi, perchè pende la spada di Damocle del ricatto occupazionale. Pochi lo faranno mentre, per i più, l'unica alternativa sarà di porsi sotto l'ombrello protettivo dei 4 più grandi sindacati i quali per il disturbo verranno conglobati in un modello di cogestione "alla tedesca" (ma noi azzardiamo l'ipotesi che tra qualche anno, su pretesa dei tedeschi che si sentiranno offesi,  verrà ribattezzata cogestione "all'italiana"). I boss sindacali siederanno negli organismi di gestione e controllo e il lavoratore bancario sarà bello che impacchettato. Sintomatico è il distinguo , chiaro, con il precedente della BPM che ha fatto arrabbiare molto la Banca d'Italia e visto con timore per l'eccessivo spazio offerto alle dinamiche sindacali interne. Confermato quindi, come già sapevamo, che in Italia i Sindacati dei bancari vedono molto più in là dei loro colleghi di altri settori. Ma veramente molto, molto più avanti......

domenica 29 luglio 2012

FUGA DALLE ISTITUZIONI: UN FILM GIA' VISTO

Da bravi allievi in comunicazione innanzitutto forniamo la notizia:
"Detenuto salta laurea per uscita negata.Doveva concludere corso triennale, ma magistrato dice di no"
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/07/28/Detenuto-salta-laurea-uscita-negata_7251636.html
Contrariamente a quanto potrebbe desumersi dall'articolo, l'immagine che di se offre il Tribunale di Sorveglianza di Roma è tutt'altro che di incuria ed abbandono:
http://tribsorvroma.wordpress.com/
Si ha la sensazione cioè che sia annoverabile tra quella parte dell'Amministrazione Giudiziaria italiana che cerchi di migliorare l'esistente attraverso scelte e iniziative adottate (con una espressione che fa inorridire molti) "a costo zero". Non si ha evidenza su Internet di lamentele specifiche del personale interno (se ce ne fossero di nuove, siamo a disposizione per darne ascolto e risonanza) e i rilievi negativi vengono piuttosto  da singole situazioni riassumibili nella espressione "Giustizia ingiusta" ovviamente fatta propria da chi si ritiene vittima di determinati comportamenti, protratti nel tempo.
E' evidente poi che la vicenda di cui trattiamo ha sullo sfondo una polemica tra soggetti istituzionali di cui essa sarà probabilmente solo una delle puntate.E vai a verificare chi ha iniziato, per quali motivi e se ha torto o ragione.
Premesso che la giustizia è un tema di cui si cerca di evitare (per scaramanzia) di occuparsi e che la cittadinanza si divide in due parti, quella che non ha mai avuto a che fare con essa e quella che forzatamente se ne è dovuta interessare e conseguentemente se ne è fatta un'opinione, è noto che la polemica in Italia sulla funzionalità dell'Istituzione-Giustizia vede fronteggiarsi due posizioni. C'è chi ritiene che la colpa sia della Magistratura politicizzata e con scarsa voglia di lavorare, con un personale che la segue a ruota sulla via della scorrettezza, della partigianeria e dell'inefficienza e che quindi non va ulteriormente foraggiato.Dall'altra c'è chi difende Giudici e PM, vorrebbe più soldi per l'organizzazione e le strutture e addirittura più assunzioni di personale amministrativo. Andiamo avanti così da decenni e, siccome gli osservatori neutrali (però anch'essi elettori) ormai mostrano una certa stanchezza ultimamente va di moda, da entrambe le parti , scaricare tutte le responsabilità sulla "Politica".Ovviamente tutti negano di aver votato la maggioranza di turno. Ogni politico, pur di non perdere voti e non rischiare di non essere rieletto, appoggia tutto e il contrario di tutto.I soldi non ci sono più quindi da una parte si è più tranquilli, dall'altra si può solo imprecare o tentare di fare riforme a costo zero.In sintesi: anche nella Giustizia riflettiamo l'immagine di un Paese in decadenza che brancola nel  buio. Poichè è l'organizzazione di questa Giustizia che mostra ormai i segni del tempo (nonostante la nobiltà delle origini) e il buon senso ci dice che, stante questa strutturazione,  la situazione non migliorerebbe nè circondando i Magistrati di tornelli, nè costruendo nuove carceri, nè assumendo migliaia di amministrativi, triplicando loro lo stipendio e riempiendoli di personal computer.Crediamo sia venuto il momento di azzerare tutto e costruire un sistema completamente nuovo e più moderno, se necessario rifacendosi  ad esperienze straniere di paesi dell'occidente in cui la giustizia funzioni meglio che in Italia (c'è solo l'imbarazzo della scelta, visto che le classifiche internazionali ci equiparano, nel settore, ai paesi dell'Africa subsahariana).Quindi: non si tratta di dare la colpa e punire chissà chi (Magistrati, personale, politici, ecc.) ma di prendere atto che l'impianto è troppo vecchio e complicato, modificarlo costerebbe troppo tempo e risorse e quindi conviene rimuoverlo e farne uno nuovo.Cambiando quindi la Costituzione. Senza ovviamente danneggiare le persone che ci lavorano dentro ma riorganizzandole, aggiornandole e, quanto prima, retribuendole meglio. Questo riteniamo debba essere l'obbiettivo di chi crede, vivendoci dentro e volendo continuare a farlo, in una PA al servizio del cittadino e al passo con i tempi. Si può anche non scegliere questa via. Ma sarebbe una pia illusione. Il mondo, la società, il progresso vanno per la loro strada. Una P.A. troppo lenta verrebbe sorpassata senza pietà, ritenuta inutile e quindi non meritevole di risorse (come già sta avvenendo, bipartisan). Il crollo della condizione dell'impiegato pubblico negli ultimi anni è proprio la conseguenza di una anacronistica indisponibilità a svolgere un ruolo progettuale di protagonista, di avanguardia in questi processi. Sindacati che hanno difeso (male) l'esistente e concepito il cambiamento non come complessivo miglioramento delle retribuzioni e delle condizioni dei lavoratori pubblici non dirigenti ma come asservimento alle mode e ai capricci dell'innovatore di turno, il quale spesso non ha ricambiato il favore."""""Simone ci ha ufficialmente detto di non volersi più laureare in carcere. Aspetterà di farlo fra un anno, quando sarà un uomo libero""""": questa sconfitta dell'Istituzione carceraria, questa fuga da essa, è la metafora di tutto quanto abbiamo appena detto.Non lamentiamoci quindi del fatto che i cittadini non abbiano più voglia di pagare le tasse per mantenere questa Pubblica Amministrazione, per assumere nuovo personale  nella Giustizia e non stupiamoci se un domani verremo a sapere che Simone si sia comportato da evasore fiscale. Questa vicenda nasce da un conflitto tra norme di legge? Eliminiamo questi conflitti con leggi che sostituiscano le esistenti.Da ritardi dovuti a carenze organizzative?Riorganizziamo l'Amm.ne Giudiziaria, a costo zero (finchè non si troveranno i soldi). Ma c'è qualcosa che i lavoratori della Giustizia devono trovare dentro di sè (e in questo nè la Politica nè la Dirigenza possono sostituirli): la volontà di reagire , l'orgoglio di essere protagonisti del recupero di una loro ragion d'essere, il coraggio di sbarazzarsi di cattive compagnie sindacali, liquidandole

mercoledì 25 luglio 2012

IL MINISTRO PATRONI GRIFFI BIDONA I SINDACATI RAPPRESENTATIVI NEL PUBBLICO IMPIEGO


Era partito con preoccupanti preannunci di licenziamento nel pubblico impiego. Poi, con una giravolta, si era dimostrato, nel Governo Monti, il più malleabile con i sindacati del lavoro pubblico. I quali, in gran parte, contenti di aver trovato un "Direttore" (loro non possono fare a meno di direttori) così "umano", avevano con lui firmato un accordo con il quale speravano di rientrare in circolo. Ci hanno sviolinato questo accordo per settimane. Poi è arrivata la doccia fredda della spending review con lo storico taglio degli Statali. Increduli, ne hanno chiesto conto al Direttore, chiedendogli che mantenesse le sue promesse. Silenzio. Poi la convocazione, il 17 luglio, per oggi 25 a Palazzo Vidoni. Ma lui non si presenta perchè è impegato al Senato e propone l'aggiornamento a lunedì 30 luglio. Ma il 30 luglio l'iter parlamentare sarà concluso e, come ama fare la CISL, ci sarà solo da allargare le braccia rassegnati. Ciò mentre in Spagna gli statali stanno combinando cose mai viste. Ma questi sindacati, al di là delle deleghe e dei voti alle RSU sono veramente rappresentativi del vostro modo di essere, lavoratori pubblici italiani? Sarebbe ora che ci iniziate a riflettere sopra. Per ora tenetevi questo bidone, cercate di godervi le vacanze e vedrete che riscossa a settembre con lo sciopero generale di un giorno della CGIL. Già al governo stanno tremando tutti.......

VERGOGNA! Ma se volete potete iniziare a riscattarvi.

MATTEO

LA MORTE DI MATTEO, IN UN INCIDENTE AVVENUTO MONTANDO IL PALCO PER IL CONCERTO DI UNA NOTA CANTANTE

L'INAIL RISARCISCE CON MENO DI DUE MILA EURO. E I SOLDI PER LA SUA FAMIGLIA SARANNO SOLO QUELLI PERCHE' ALL'INAIL NON RISULTA CHE LUI MANTENESSE LA FAMIGLIA
http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/07/24/news/crollo_palco_pausini_2000_euro_per_la_morte_di_matteo_la_madre_quei_soldi_offendono_la_dignit-39634677/

LA MAMMA DI MATTEO SI RIBELLA (DA TGCOM24)


L'INAIL AVREBBE IL COMPITO DI (dal suo sito istituzionale):
"L’INAIL, Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, persegue una pluralità di obiettivi: ridurre il fenomeno infortunistico; assicurare i lavoratori che svolgono attività a rischio; garantire il reinserimento nella vita lavorativa degli infortunati sul lavoro. L’assicurazione, obbligatoria per tutti i datori di lavoro che occupano lavoratori dipendenti e parasubordinati nelle attività che la legge individua come rischiose, tutela il lavoratore contro i danni derivanti da infortuni e malattie professionali causati dalla attività lavorativa. L’assicurazione esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile conseguente ai danni subiti dai propri dipendenti. La tutela nei confronti dei lavoratori, anche a seguito delle recenti innovazioni normative, ha assunto sempre più le caratteristiche di sistema integrato di tutela, che va dagli interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro, alle prestazioni sanitarie ed economiche, alle cure, riabilitazione e reinserimento nella vita sociale e lavorativa nei confronti di coloro che hanno già subito danni fisici a seguito di infortunio o malattia professionale. Allo scopo di contribuire a ridurre il fenomeno infortunistico l’INAIL realizza inoltre importanti iniziative mirate al monitoraggio continuo dell’andamento dell’occupazione e degli infortuni, alla formazione e consulenza alle piccole e medie imprese in materia di prevenzione, al finanziamento imprese che investono in sicurezza. "

E' NOTO CHE L'INAIL VANTA UN AVANZO DI 18 MILIARDI DI EURO, A DIFFERENZA DI TANTI ALTRI ENTI IN PASSIVO.
SE E' STATO SALVATO DALLA SPENDING REVIEW SIGNIFICA CHE SI E' CONVINTI CHE ANCORA   SERVA A QUALCOSA.
PER DARE UN'IDEA, UN DIRIGENTE INAIL GUADAGNA ALMENO 4.000 EURO AL MESE. DUNQUE PER L'INAIL LA VITA DI UN RAGAZZO DI 31 ANNI VALE QUANTO 15 GG DI LAVORO DI UN PROPRIO DIRIGENTE.
Caro Presidente Napolitano, caro Presidente Monti, caro Ministro Fornero (sempre che nel frattempo non abbia dichiarato che oltre al Lavoro, neppure la Sicurezza sia un diritto costituzionalmente garantito...), cari Partiti:
le leggi vanno rispettate (sempre) ma a noi sembra assurdo che in pochi giorni si riesca a riformare la Costituzione (in senso semipresidenzialistico) e non si trovi il modo, tecnicamente,  di dare sollievo a una famiglia così ingiustamente colpita.
DIMOSTRATECI DI SAPER DARE VERAMENTE UNA SPERANZA A QUESTO PAESE!

martedì 24 luglio 2012

SALUTIAMO L'UNCI IN OCCASIONE DEL SUO PRIMO CONGRESSO STRAORDINARIO NAZIONALE (ROMA,26-27 LUGLIO 2012)

Dopo una fase lunghissima di dissidi interni, a stento stemperati dalla autorevole presenza sinergica della alleata Coldiretti, l'UNCI, Unione Nazionale Cooperative Italiane, terza centrale cooperativa del Paese approda al suo 1° Congresso straordinario.
Per chi non fosse molto addentro al mondo sindacale cooperativo, ricordiamo che da anni l'UNCI, assieme prima alla CISAL e poi alla CONFSAL, è storicamente la fautrice , in campo cooperativo, della principale contrattazione collettiva nazionale di lavoro “alternativa” a quella, altrettanto storica, promossa da CGIL, CISL,UIL e Alleanza delle Cooperative (Legacoop, Confcooperative, AGCI). In realtà l'Alleanza Cooperativa spesso definisce quella contrattazione alternativa come “pirata”. E la combatte aspramente, da anni, con l'aiuto di gran parte del mondo politico, di entrambi gli schieramenti.
Da una parte (UNCI/CONFSAL) si sostiene che la propria contrattazione è quella che meglio si adatta alla realtà cooperativa (socio coimprenditore, regolamento interno, flessibilità,modulazione dell'istituto del ristorno, anticiclicità) e accusa l'altro schieramento di portare avanti una contrattazione che conduce le cooperative fuori del mercato e le costringe al lavoro nero. Lo schieramento Triplice+Alleanza, d'altro canto, accusa la controparte di firmare contratti che riducono i diritti dei lavoratori, li umiliano, li sfruttano con minimi salariali indecenti al solo scopo di rubare il lavoro e gli appalti alle cooperative sane, giocando al massimo ribasso, con grave nocumento delle condizioni di lavoro e sicurezza. In sintesi, il “dumping” contrattuale.
Nonostante la recente esclusione dal CNEL dell'UNCI, nonostante ultime circolari ministeriali neghino ai contratti UNCI/CONFSAL la comparativa maggiore rappresentatività, le due realtà vanno avanti, hanno costituito i loro enti bilaterali, le loro casse edili, i loro fondi interprofessionali. Indipendentemente dallo squilibrio sofferto negli appoggi politici c'è da dire infatti che sia l'UNCI che la CONFSAL sono strutture solide e, in determinati settori, riscuotono più consensi degli avversari. Forse anche perchè i sindacati confederali non hanno mai ben digerito la realtà cooperativa e, addirittura, la CGIL mantiene in molte realtà un rapporto conflittuale con la stessa Legacoop. E poi, relativamente alla parte datoriale, i CCNL UNCI/CONFSAL sono talmente convenienti per chi voglia realizzare profitti tramite cooperative che non sono rari i fenomeni di “cornificazione” da parte di cooperative iscritte all'Alleanza le quali invece applicano la contrattazione alternativa.Grande impegno poi, negli ultimi tempi, c'è stato, soprattutto al nord e in particolare tra i soci di cooperative stranieri nel campo della logistica, da parte del sindacalismo di base (CUB, USB,COBAS, ecc.) scontratisi, guarda caso, proprio con cooperative che abbracciano i CCNL UNCI/CONFSAL, appaltatrici nei confronti della grande distribuzione..La questione dell'applicazione dell'uno o dell'altro CCNL è importante per la riscossione dei contributi delle aziende e per il disposto dell'art. 19 dello statuto dei lavoratori (possibilità di costituire le RSA nelle aziende con più di 15 dipendenti). Applicare un CCNL UNCI/CONFSAL quindi può produrre l'effetto, ad esempio (e ciò è iniziato ancor prima che Marchionne portasse tale idea su scala industriale), di espellere la CGIL dalla dialettica azienda/lavoratori. Di qui, tra l'altro, derivano le accuse alla CONFSAL da parte dei confederali di essere un sindacato “giallo” ossia promosso e finanziato dai datori di lavoro.
Come ALCOOP, Alleanza Lavoratori Cooperative aderente alla AGL siamo gli ultimi arrivati, esistendo solo da qualche mese e, quindi, ci riteniamo ancora puri e candidi rispetto a questo assurdo caos. Osserviamo che un povero lavoratore di questo settore senz'altro non si trova in un bell'ambiente, sia riguardo alla retribuzione e alle condizioni di lavoro sia relativamente al rapporto con sindacati di quel tipo.
Saranno i fatti, le vertenze, le lotte, i contratti che sottoscriveremo a provare la nostra positiva diversità e, visto che in Italia per fortuna abbiamo centinaia di sindacati e i lavoratori non sono sprovveduti, essi sapranno tra un po' di tempo, comparare e giudicare chi è veramente dalla loro parte e trarne le conseguenze dal punto di vista del tesseramento.
Concorrenza con gli altri sindacati dei lavoratori, dunque (ma anche, possibilmente, impegno unitario là dove ve ne siano le condizioni, nel superiore interesse dei lavoratori). E, auspicabilmente, costruttivi rapporti con tutte le parti datoriali, che nel nostro settore rispondono al nome di Legacoop, Confcooperative, UNCI, AGCI e UNICOOP.
Tra poco toccherà all'UNCI affrontare il massimo appuntamento della sua vita democratica e, nell'ottica di un miglioramento complessivo delle relazioni sindacali e del superamento di comportamenti non corretti, tuttora in atto, vorremmo ad essa rivolgere un appello. Quello di prestare grande attenzione all'attività degli enti bilaterali regionali che utilizzano la sigla UNCI nel campo delle certificazioni dei rapporti di lavoro i quali non devono piegarsi a logiche abusive.
Ecco, vorremmo appellarci alla dirigenza uscente e a quella che esordirà alla fine di questo congresso UNCI affinchè venga fatta pulizia di questi comportamenti discutibili, affinchè la contrattazione UNCI/CONFSAL , nelle prossime occasioni, abbia più cura dei livelli retributivi e delle condizioni dei lavoratori , augurando che in generale le relazioni sindacali nel settore cooperativo possano elevarsi ad una maggiore serenità e costruttività, tra tutti i soggetti in campo , di entrambi gli schieramenti.

lunedì 23 luglio 2012

SFRATTI PER MOROSITA':UNA DELLE TANTE EMERGENZE O UNA PRIORITA' NAZIONALE?

Dicono che essendo l'Italia una nazione nella quale i proprietari di casa sono la netta maggioranza, in realtà quella degli sfrattati sia una patologia, una zavorra che deve trascinarsi qualsiasi società sviluppata.E' vero che spesso la difficoltà di possedere casa si tramanda di padre in figlio. Si sa: i soldi chiamano soldi, il risparmio chiama risparmio. Dai tempi dei Vianella (ricordate la canzone "Semo gente dè borgata"?) si è sviluppato il contro-mito. Da una parte le formiche risparmiatrici del ceto medio, una vita silenziosa e anonima, ma ordinata e, dall'altra, i farfalloni, i romantici, quelli a cui i soldi fanno schifo e pazienza se i figli hanno problemi, i soldi finiscono prima del 27 e la padrona di casa, non pagata o pagata in ritardo promette che andrà dall'avvocato e li farà cacciare.Due modi di vivere che hanno attraversato per decenni il nostro Paese. E' cambiato lo sfondo, più metropolitano e tecnologico, ma la sostanza è rimasta quella . Vedi i film in bianco e nero del neorealismo e ci ritrovi tante cose, della tua gioventù e dei giorni d'oggi. Diventa quasi un orgoglio, in queste vite comunque squallide, non essere diventati "come quelli " sia da una parte che dall'altra.E il conflitto si fa più aspro nel caso di matrimoni "misti", già , poichè è vero che l'Italia sta diventando più lentamente multietnica ma, in realtà, ci siamo ben allenati con gli incroci tra ricchi e poveri, tra formiche e cicale, coi figli (confusi) che non mediano ma scelgono l'uno o l'altro modo di vivere.Tutto all'interno degli stessi nuclei famigliari. Oggi leggevamo di qualcuno che si dichiara contrario alla patrimoniale perchè darebbe il colpo decisivo al ceto medio.E' come se, affondando la nave e dovendo tutti salire sulle scialuppe, qualcuno cerchi di rallentare le operazioni per assicurarsi che la composizione di esse rispetti le proporzioni dei ceti sociali.Anche a rischio che qualcuno possa rimetterci la pelle.Davanti alla morte non esiste differenza di classe: tutti gli esseri umani ne hanno terrore alla stessa maniera. L'ideale sarebbe che fosse azzerata l'evasione fiscale. Ma non ci siamo riusciti dal dopoguerra, difficilmente potremmo farlo in pochi mesi. Un modo ci sarebbe: occupare militarmente i paradisi fiscali e espropriarne le ricchezze, così come si vanno a invadere gli stati canaglia. Realistico?No, perchè finirebbe il gioco e il potere di solito non si autoelimina.L'evasione quindi resterà per anni un fantasma inafferrabile ed è meglio stare coi piedi per terra e capire come se ne esce in maniera normale (pur nella straordinarietà).
Torniamo al ceto medio che scomparirebbe con la patrimoniale.Con quest'ultima non è mai morto nessuno. Anche se per un pò di tempo molti dovessero (ricordate l'"austerità"?) abbassare il loro tenore di vita, sicuramente, appena possibile, superata la bufera, potrebbero (sempre che ci siano arrivati per merito e non per lignaggio) tornare nel ceto medio. Quando affonda la nave, si sale sulla scialuppa, ci si stringe, si salva la pelle e si torna poi alla vita normale.Ecco perchè ci saranno per molto tempo due bisogni, quello abitativo e quello alimentare che , al di là della sospensione degli sfratti e degli ammortizzatori sociali, dovranno forzatamente trovare soluzioni strutturali per un periodo indeterminabile, in attesa che l'Italia possa tornare ai fasti del boom economico.
La casa quindi: l'esigenza di blocco ad oltranza degli sfratti (finchè la situazione non si sarà normalizzata), anche a scapito della proprietà immobiliare, assume ormai una importanza prioritaria in termini di ordine pubblico e di mantenimento della civile convivenza.Senza di questa, il concetto stesso di proprietà potrebbe essere messo in  discussione. Nel frattempo, via libera alle iniziative delle istituzioni per realizzare una politica vera della casa. Censimento case sfitte, utilizzo del patrimonio pubblico non per saldare debiti ma per convertirlo in alloggi popolari a basso costo. Ciò per chi la casa non ce l'ha (le graduatorie già esistono da anni, sono quelle delle case popolari).Per chi già è in casa popolare, indifferibile è mettere in atto interventi di manutenzione per recuperare standard minimi di decenza. A Milano è in atto un interessante coinvolgimento, nella soluzione di questi problemi, dei Comitati degli inquilini che dialogano con il Comune. Negli anni '70 in poche settimane vennero approvate a maggioranza leggi speciali contro il terrorismo. Oggi, a differenza di allora, quelli che muoiono non sono politici, magistrati, poliziotti o giornalisti: sono persone umili che si suicidano perchè non sanno dove andare a dormire coi loro figli o sono vecchietti che cadono per il crollo di un balcone in cui stavano innaffiando i fiori.La vita umana ha la stessa dignità, indipendentemente dal ceto sociale di appartenenza.

sabato 21 luglio 2012

23 MILA POSTI A RISCHIO NELLE BANCHE ITALIANE: THE DAY BEFORE...

Come ALAC-AGL siamo arrivati da poco nel mondo bancario e assicurativo. Certo, in una situazione tutta in salita, come risulta dal seguente articolo
Siamo alla vigilia del 27 luglio, data fatidica dello sciopero generale indetto dagli altri sindacati dei bancari.Dal 2000 ad oggi nel settore bancario vi sono stati circa 40.000 esuberi gestiti con un fondo di solidarietà di origine pattizia.Questo fondo è stato perfezionato (con strumenti di politica attiva per l'uscita dalle crisi aziendali) con un accordo del luglio 2011 che tuttavia non ha finora il decreto interministeriale di recepimento. Ad aggravare il quadro di incertezza, la vicenda esodati che ha colpito anche le banche e il blocco di versamenti dell'INPS in relazione a quest'ultima questione.Si spera che l'incontro appena richiesto da ABI e Sindacati a Fornero e Grilli sblocchi questa situazione.
Nonostante queste carte da giocare è però inutile negare che le prospettive sono le più nere degli ultimi anni: si calcolano a breve altri 23 mila esuberi.
Così come l'evidenza di una parte datoriale (le direzioni aziendali dei vari Istituti) che ha scelto definitivamente lo scontro aspro e all'ultimo sangue, con i lavoratori e con i Sindacati. Insomma, i vertici bancari potrebbero essere ben definiti i moderni padroni delle ferriere, pronti, dopo aver avviato verso la rovina il ceto medio dei risparmiatori, a fare lo stesso con il proprio esercito di bancari. Professione che, per ironia, qualche tempo fa era considerata, dalle nonne e dalle zie il non plus ultra della sicurezza e della “sistemazione”. E lo possono fare, perchè hanno una UE e un governo nazionale dalla loro parte, loro espressione e loro principale referente. Un po' quello che avveniva al fascismo con gli agrari. Togliamo qualche manganello e qualche divisa, aggiungiamo un po' di democrazia solo apparente e il “fascismo 2.0” è bello che confezionato (90 anni dopo).
Così come avveniva in quell'epoca, sono personalità “progressiste” a svolgere ruoli di primo piano.Per esempio il Dott. Alessandro Profumo ex AD di Unicredit ed ora presidente di MPS che per poco non ha fatto le scarpe a Bersani come candidato premier del centro-sinistra.Ora, in confronto a lui , addirittura Marchionne sembra un “gruppettaro” degli anni '70. Già , perchè oggi MPS prende più aiuti dallo Stato che la FIAT la quale deve confrontarsi con il mercato (finalmente) senza le reti di sicurezza di cui gode MPS.
Analoga grave situazione riguarda il Gruppo Intesa San Paolo. Accomuna queste vertenze un dato che è spiacevole evidenziare: alle aziende bancarie degli scioperi non interessa nulla. Sono stati fatti, sono riusciti benissimo ma le stesse hanno continuato a prendere in giro tutti i sindacati dopo così come lo facevano prima. Non confondiamo la concessione di incontri con passi avanti concreti. Le banche sanno cosa vogliono i lavoratori e se volessero potrebbero iniziare subito (anche senza incontri) ad attivarsi in quel senso. Ma non lo fanno perchè è troppo tardi. La posta è troppo grossa: è il potere e il privilegio, il mantenimento di essi. Solo così si spiegano i colpi bassi ai sindacati e alle loro forme organizzate unitarie.Li metteranno davanti al fatto compiuto, cercando di umiliarli.E' pertanto arrivato il momento di studiare e attuare forme di lotta nuove , dimostrando che anche i sindacati sono capaci di violare certe regole al pari di quanto stanno facendo le grandi aziende bancarie.Il momento storico lo richiede e la responsabilità di queste scelte ricade innanzitutto sui Sindacati più grandi e più forti che devono dimostrare di meritare la fiducia che (nelle deleghe e nelle RSU) migliaia di bancari hanno riposto in loro. L'ALAC-AGL , ultima arrivata, farà la sua parte.

ARRIVARE ALLA FONTE DELLA CONTRAFFAZIONE? FACCIAMOLO UTILIZZANDO LE INFORMAZIONI CHE VERRANNO DALL'IMMINENTE SANATORIA

Più che condivisibile la Circolare del Procuratore di Savona Dott. Granero
leggi qui:
In Italia però siamo (ci riferiamo all'opinione pubblica e agli organi di stampa) un po' ripetitivi e inconcludenti. Da noi i dibattiti (gli stessi) si aprono sempre ma non si chiudono mai. Con le decisioni, i fatti, le soluzioni condivise.I vari soggetti fanno finta di dialogare ma in realtà restano della loro idea e continuano a fare quello che gli pare. E ciò è tanto più preoccupante quanto più si svolgono funzioni pubbliche. Una stessa norma nazionale cioè, a volte è interpretata e applicata(e non) difformemente in ognuna delle 110 (?) province del Paese.Ci sarà da ridere quando sulle spiagge, con la crisi occupazionale che avanza,al posto dei vù cumprà di colore ci saremo noi italiani. E forse c'è proprio questo presentimento nelle meritorie cautele del Dott. Granero.Ossia: non facciamo oggi a loro quello che un domani potrebbe essere combinato a noi.
Tutti da tempo avevamo l'impressione che, riguardo agli stranieri, non ai capi delle mafie estere ma ai poveri cristi con il problema di pagarsi un pasto, qualcosa non quadrasse riguardo allo sproporzionato impegno delle forze dell'ordine (tra l'altro non gradito a tanti bagnanti, come avvenuto ieri a Cervia), alle norme processuali e alla custodia preventiva. Vuoi vedere che dovremo ringraziare i vù cumprà, oltre all'Europa, se un giorno riusciremo ad avere una Giustizia meglio organizzata e più umana?
E riemerge poi la annosa questione del coordinamento e del razionale impiego delle forze dell'ordine (a cui manifestiamo come Sindacato la nostra solidarietà). Uomini e mezzi abbondanti per operazioni di facciata, carenze paurose per le attività che richiedono una opera di intelligence. Come se si avesse timore, da parte di chi le dirige, di andare a sbattere il muso contro qualcosa di troppo duro.
E' alle porte una giusta “sanatoria” per i lavoratori irregolari che partirà a settembre. La stessa prevederà una fase transitoria, nella quale si darà la possibilità ai datori di lavoro di “mettersi a posto” spontaneamente pagando un tot allo Stato e una fase successiva in cui si concederà un permesso di soggiorno allo straniero irregolare che denunci lo sfruttatore del proprio lavoro in nero.
Lo Stato ci guadagnerà tanto e questo indurrà a chiudere un occhio su tante false dichiarazioni che ci saranno e su tanti soldi pagati dagli stranieri a chi sarà disposto a farle. Ma è tanto chiedere a chi di dovere che da questa sanatoria (dai dati che essa fornirà) si traggano gli elementi per stilare una mappa della filiera della contraffazione in Italia per arrivare alle sue fonti (un esempio della famosa attività di intelligence)?E per stroncarla?

venerdì 20 luglio 2012

CONDIZIONE DELLE MAMME IN ITALIA: FELTRI APRE LA LUCE, LA SEN.OMBRETTA COLLI (AIUTATA DA LUI) LA CHIUDE

Interessante botta e risposta tra il Direttore Feltri e la Sen.Colli.
Feltri:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/bimbe-lasciate-auto-e-madri-lasciate-sole.html
Colli:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/feltri-ha-ragione-cos-mamme-vanno-aiutate.html
Innanzitutto quantifichiamo l'entità del fenomeno: 5 milioni di casalinghe, gli uomini sono solo 63 mila. Lo dice l'ISTAT: leggere per credere
http://www.dimmidove.it/dettaglioflash.php?id_flash=30945
La notizia pertanto riguarda un caso (milanese) fondamentalmente metropolitano.La mamma in SUV (a cui consigliamo di vendere il SUV, comprare una utilitaria e destinare un pò di soldi in baby sitter) che non sapendo dove sistemare le figlie se le porta dietro al supermarket e le lascia in macchina poco tempo per andare a fare degli acquisti.
Condividiamo molte delle osservazioni di Feltri. Le famiglie sono disincentivate, di fatto, dallo Stato, a procreare.Ma è inutile mettersi le mani nei capelli per l'eventuale sorpasso demografico degli stranieri. Quello avverrà comunque, facciamocene una ragione così come riguardo alla futura multietnicità del nostro Paese. Già oggi le mamme straniere, in famiglie che lavorano e pagano le tasse, hanno problemi identici a quelli delle italiane. E poichè gli esseri umani hanno pari dignità, lo Stato di entrambe deve occuparsi.Giusto aspirare a un maggior impegno lavorativo delle donne (Feltri fa proprie dunque due storiche bandiere della sinistra e delle femministe) ma oggi, nel 2012, siamo un pò più avanti: deve essere una libera scelta e nel caso di impegno totale in casa ciò non necessariamente si traduce in danno ma , se sostenuto, in beneficio per il Paese, in termini di risparmio e qualità dei servizi e di qualità della vita (più affettività) per la crescita dei figli. Non è paragonabile l'apporto di una insegnante retribuita con quello diretto di una mamma.Proprio perchè le città sono radicalmente cambiate e la famiglia si è destrutturata.Ma se la libera scelta della donna è di lavorare (e la libertà c'è laddove non si è obbligati dal bisogno) allora lo Stato ha il dovere di surrogare, nella qualità e nei tempi, le esigenze delle famiglie, per esempio con un tempo pieno che arrivi fino alle 18-19 dei giorni lavorativi.Altro tabù da sfatare: la durata delle vacanze scolastiche. Perchè 3 mesi? Impegnamoci piuttosto a rendere più gradevole la vita nelle strutture scolastiche. E' vero: le private sono organizzate meglio e risparmiano rispetto alle pubbliche. Ma le pubbliche non sarebbero più competitive se lo Stato fosse più propenso a investirci sopra?No, non lo si è fatto, il privato è cresciuto, ha aumentato gli utenti e aspiranti tali e oggi quello che in Costituzione era aborrito (soldi pubblici alla scuola privata )è diventato un must per tutti gli amministratori locali. Resta però, nonostante tutto, opaco il sistema di agevolazione della famiglia per una libera scelta. I redditometri non funzionano, il caos fiscale è talmente imperante che, così come avviene per le case popolari, anche per le scuole è altamente presente il rischio che il più bisognoso venga sfavorito a vantaggio del meno bisognoso più furbo.Comprensibile l'amarezza di Feltri per l'inadeguatezza della politica negli ultimi anni sui temi della scuola e della famiglia. Ma osserviamo che questi partiti non si sono votati da soli. Qui l'abolizione delle preferenze non c'entra nulla. Questi politici, sono, tutti, specchio della maggioranza degli elettori italiani i quali non credono in una educazione di contenuti e di valori ma in una scuola di vita fondata sulla furbizia, la prevaricazione e l'interesse. In sintesi: i soldi per la scuola pubblica sono inutili, meglio non pagare le tasse  e spendere quei soldi in scuole private (anche religiose)che garantiscano disciplina, riparo dalla delinquenza e preparazione severa in vista di una università altrettanto esclusiva che possibilmente promuova l'ingresso del proprio figlio nella futura classe dirigente. Altro che istruzione come fattore di competitività per tutto il Paese!Competitività si, ma per uso privato, a vantaggio dei ceti forti a scapito dei deboli. Ma nell'uno e nell'altro caso la novità è che i soldi non ci sono più. Per cui non si sa dove suggerire ai politici (che puntualmente non ci ascoltano) di recuperarli. Feltri pensa a ridurre gli ammortizzatori sociali mascherati (false pensioni, forestali, assunzioni statali clientelari) la Sen. Colli addirittura se la piglia con le giornate perse dagli insegnanti in distacco sindacale.Insomma: si apre la luce ma poi la stessa si chiude scadendo nella trita e ritrita polemica politico-ideologica.
Per carità,possiamo essere anche d'accordo nel merito. Siano benedetti la Guardia di Finanza, la Corte dei Conti e le Autorità di controllo quando scoprono e colpiscono gli abusi denunciati da Feltri (e da noi) e chissà quando si occuperanno di verificare di nascosto se i distaccati svolgono effettivamente attività di dirigente sindacale e non invece i fatti loro avendo l'unico merito di essere amici, parenti o amanti di boss sindacali (ma scusi, Sen. Colli, lei affiderebbe fino alle 18 i suoi figli a insegnanti "recuperati" dopo aver truffato lo Stato in questa manierà?). Ma diciamoci la verità: per una volta non sarebbe opportuno chiedere non al Governo di turno ma al complesso dell'elettorato: "scusa, ci spieghi che tipo di istruzione vuoi tu per i tuoi figli e quanto saresti disposto a spenderci?". Allora si che avremmo le idee chiare sia per stabilire gli oneri ma anche, eventualmente, per convincerci che la Costituzione, su questo argomento, forse andrebbe un pò aggiornata.

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE:AL DI LA' DEL SOLITO SCIOPERO

Crediamo che il presidente dell'ASSTRA (l'associazione delle aziende del trasporto pubblico locale) questa volta abbia centrato la questione (e per questo invitiamo lui e l'ANAV a rinnovare al più presto il CCNL)
http://www.metronews.it/master.php?pagina=notizia.php&id_notizia=7589
Siamo nel corso del solito sciopero che, oltre a creare disagio all'utenza, non la sensibilizza sul momento cruciale e unico che stiamo attraversando. I maggiori sindacati avrebbero fatto meglio ad evitarlo, a non chiedere questo sacrificio ai propri iscritti e ad impegnarli invece nel cercare di far capire al resto dei cittadini che occorre allearsi, tutti, affinchè il Governo, che ancora può, con un emendamento, tolga dalla spending review questo settore.Subito. Perchè tra qualche settimana rischieremo di farcela tutti a piedi o in auto, moto, bici (per chi se le può permettere). Un ulteriore colpo al nostro reddito e alla qualità della nostra vita.Ripetiamo: più si va avanti più si fa fatica a capire che idea abbia il Governo Monti del nostro Paese.

giovedì 19 luglio 2012

MERITORIA INIZIATIVA DEL MINISTERO DELL'INTERNO E DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO:OPUSCOLO INFORMATIVO SU SICUREZZA AL LAVORO IN SEI LINGUE STRANIERE


Vai al seguente link per scaricare l'opuscolo nella lingua desiderata.
http://www.vigilfuoco.it/aspx/notizia.aspx?codnews=15723

DIRIGENTI LICENZIATI: DALLE PAROLE, AI FATTI. ESTENSIONE DELLE TUTELE, NUOVE PROSPETTIVE DI REIMPIEGO: PER GUIDO E PER I FUTURI "GUIDO"


Stamattina abbiamo letto con sincera partecipazione il seguente articolo:
http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/12/07/istat-dramma-disoccupazione-interviste.html
Già lo sapevamo.
Dai dati ISTAT si evince che quella dei dirigenti privati è una categoria falcidiata. E' noto da tempo il fenomeno dei dirigenti i quali, per non perdere un posto di lavoro sono costretti a demansionarsi ossia a retrocedere a quadro, a collaboratore a progetto o addirittura ad aprirsi una partita IVA.

Anche per i dirigenti trovarsi improvvisamente disoccupati a 50 anni è un trauma. Alla luce di ciò, riteniamo che l'attuale regime di assenza di tutela reale e di libera licenziabilità non sia più né attuale né umanamente accettabile, specie in un processo produttivo che rende sempre più essenziale e non accessoria la presenza di chi si assuma responsabilità di guida ai più alti livelli aziendali. Sarebbe poi opportuno che anche alla categoria dei dirigenti venga esteso il trattamento di mobilità visto che ne pagano la contribuzione. Capitolo aperto e di attualità è anche quello di una adeguata formazione che riqualifichi i dirigenti temporaneamente espulsi dal lavoro nonché di una rinnovata tutela assistenziale, assicurativa, previdenziale.

E' oggi possibile, in Italia, una alleanza tra le categorie dei dirigenti e quelle degli altri lavoratori contro questi selvaggi processi di precarizzazione , parcellizzazione e delocalizzazione delle imprese.

E' ora che i Sindacati dei manager, dei dirigenti e delle alte professionalità imparino a tutelare alla stessa maniera sia il dirigente classico che quello di tipo nuovo (precario o atipico). E qui la ADIR-AGL, la più giovane Federazione italiana di categoria, saprà fare la sua parte, innovando anche il modo di fare sindacato, troppo appiattito , da parte delle Confederazioni più vecchie (CIDA e CONFEDIR che non a caso stanno avviando un processo di fusione) sul potere e sulla condivisione e compresenza nella stanza dei bottoni e dei compromessi al ribasso.

Cominciamo dalle cose concrete: un dirigente licenziato a 50 anni (e oltre) è una risorsa di esperienza e di capacità da mettere al servizio della collettività e del mondo produttivo e imprenditoriale. Favoriamo, anche normativamente la possibilità dell'utilizzo di queste figure nei processi di apprendimento delle imprese italiane che vorranno e dovranno essere protagoniste della crescita. Si è sempre detto: ora più che mai è ora di farlo. E la ADIR-AGL spingerà, con o senza le altre, in questa direzione.

sabato 14 luglio 2012

SPAGNA-ITALIA (tra Sindacati dei Lavoratori Pubblici):UN ALTRO 4-0?

Cosa sta succedendo in Spagna ai lavoratori pubblici? Leggete qui:
http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/stati/spagna/2012/07/13/Spagna-lavoratori-pubblici-ancora-piazza-Madrid_7182101.html
In Italia?
A seguito del varo della Spending Review siamo in attesa che la CGIL verifichi se a settembre vi siano le condizioni per uno sciopero generale unitario con CISL, UIL, UGL. Scelta comprensibilissima, visto che a luglio da noi si muore dal caldo mentre in Spagna fa un freddo cane e i lavoratori si agitano anche per riscaldarsi un pò.Tradizionalmente i lavoratori pubblici italiani non applicano i blocchi stradali.Da noi sono proibiti dalla legge e vengono praticati, quando proprio non ne possono più, da quei mattacchioni dei metalmeccanici. Sorpresa: gli spagnoli hanno perso la 13^. Noi stiamo meglio: da anni la usiamo solo per pagare le tasse a gennaio.Perchè siamo più patrioti e guai se le casse dello Stato dovessero soffrire.Poi esce fuori la verità: in Spagna milioni di lavoratori sono arrabbiati anche per la riduzione dei permessi sindacali: si, perchè in Spagna ancora i permessi sindacali vanno direttamente a beneficio dei sindacalisti.Noi ci siamo autoregolamentati e anche in questo da anni siamo superiori: permessi e distacchi per lo più a parenti e amici dei sindacalisti.Per evitare i conflitti di interesse. In realtà noi italiani abbiamo una carta in più da giocare: la politica. subito dopo il varo della spending review si faceva molto affidamento sugli emendamenti parlamentari. Che come noto in Italia sono efficacissimi visto che i Governi quasi mai fanno ricorso al voto di fiducia. Ma qualcuno aveva ancora qualche dubbio. Appena però  i lavoratori pubblici hanno appreso che un noto leader politico ritornerà in campo, le figure di Patroni Griffi e Fornero hanno iniziato a dissolversi e all'orizzonte , in posa-Balotelli, la sagoma di Renato Brunetta ha restituito a tutti la fiducia che no, i lavoratori pubblici italiani non faranno la fine dei loro colleghi spagnoli.Perchè verranno posti in mobilità molto più velocemente........

martedì 10 luglio 2012

IL TIRO ALLA FUNE SULLA PELLE DEI MALATI

Almeno i lavoratori attivi possono alzare la voce. I malati, no. A loro costa tanta fatica arrabbiarsi contro la spending review.Settemila posti letto in meno negli ospedali pubblici a partire dal 2013.Orribile trasposizione, dalla macchina burocratica agli ospedali, del motto: "affamare la bestia per costringerla a ridurre le proprie dimensioni". Fatichiamo a individuare quale razionalizzazione ne possa scaturire. Se lo spreco nasce da procedure distorte occorre correggere quelle, non i risultati (di cui stanno beneficiando comunque esseri umani in stato di bisogno).Tutti contenti: l'Europa, la Corte dei Conti, ecc. (ma loro non frequentano i nostri ospedali).Ma forse è il colpo decisivo alla sanità pubblica, a vantaggio di quella privata. Gettate al vento tutte le buone intenzioni, quelle di premiare le Regioni virtuose (che, in base alle prime reazioni, sono le più in.....te) e quelle di mettere le più sciupone (ma anche malridotte, sempre a danno dei meno abbienti) , le loro classi dirigenti, di fronte alle proprie responsabilità. In attesa di un compiuto Federalismo, permetteteci di tifare per le Regioni, quelle più serie, sperando che vincano contro le inumane decisioni del Ministero dell'Economia. Siete la nostra unica speranza, qualunque sia il vostro colore politico.Se a questo aggiungiamo l'ira di farmacisti, chirurghi ospedalieri e ricercatori , stavolta non indirizzata (sembra) a tutela di privilegi ma a chiedere la salvezza di un sistema e dei suoi standard minimi, esprimiamo la nostra soddisfazione per questa assunzione di responsabilità. Sicuramente anche gli altri lavoratori faranno sentire la propria voce anche perchè c'è il concreto rischio stavolta di perdere centinaia di posti di lavoro.Avanti così dunque, con determinazione e continuità. Non diamo tregua ai grigi burocrati del Tesoro.

lunedì 9 luglio 2012

SPENDING REVIEW: THE DAY AFTER


“La CGIL se farà uno sciopero generale lo farà unitario A SETTEMBRE “(cioè con CISL, UIL e, con le debite distanze, con l'UGL). “Non esclude però una mobilitazione a luglio, sulla sanità”. Quindi sicuramente il Paese non verrà bloccato. Se lo fosse stato ora il governo PDL-PD-UDC sarebbe entrato in crisi. E non può, perchè deve portare a termine il suo compito. Lui, e non altri. Monti, non i partiti che lo sostengono. L'energia di tutti i lavoratori italiani verrà quindi convogliata e liberata quando in Parlamento tutto sarà fatto e compiuto. La stessa Confindustria, con Squinzi, può permettersi, pubblicamente, in coro con la CGIL, di dire peste e corna del governo (indispettendo Monti, a cui certe cose non erano state dette neppure dai suoi allievi all'Università). CGIL, CISL, UIL, UGL sono i sindacati che hanno i loro referenti politici nei partiti che sostengono il governo, per questo alle consultazioni vengono invitati solo loro. Occorre ammettere però che sono gli unici sindacati a saper portare in piazza migliaia di lavoratori (i quali non sanno più a che santo votarsi per evitare il peggio del peggio). Quindi qualche merito l'avranno. Quanto meno sono i più convincenti e rassicuranti. Gli altri sindacati? Tutti molto (a me) simpatici ma , purtroppo, zero. Politicamente (non sono interlocutori della politica, tutt'al più ottengono ogni tanto una interrogazione parlamentare) , organizzativamente (le cifre sparate sugli iscritti sono da sempre oggetto di ironia) socialmente (poche iniziative, con poche persone, che non preoccupano nessuno). Ciò vale sia per i sindacati “autonomi” che per quelli “antagonisti”. Nonostante tutti gli iscritti a qualunque sindacato siano sicuramente appassionati alla causa e in buona fede (mentre, diciamoci la verità, molti dirigenti sindacali lo fanno solo per business). Purtroppo partecipare a un sindacato in Italia per i lavoratori significa essere presi per i fondelli. L'unica speranza, per il singolo lavoratore, è che in questa battaglia il vaso non caschi in testa proprio a lui ma al vicino. Chissà in quanti uffici pubblici già dirigenza e funzionari stanno facendo i conti su a chi toccherà. Un po' come a scuola, quando, con tabelle sofisticate, si cercava di capire a chi sarebbero toccate le prossime interrogazioni.

Quindi sta passando tutto, ma proprio tutto, quanto voluto dalla classe dirigente del nostro Paese in danno delle condizioni di vita dei lavoratori, pubblici e privati. Questo sistema politico è concepito per autoconservarsi (e ci riuscirà), questo sistema sindacale per tutelare se stessi e i potenti.

E il lavoratore/cittadino? Paralizzato. Dalla paura di essere licenziato, di non riuscire più a pagare il mutuo o di perdere la casa acquistata. Le banche ed Equitalia sono lì ad attenderci. Lotta sociale? Inutile perchè ci sono i sindacati a controllarci. Ribellione elettorale (Lega Nord, SEL, IDV, Grillo)? Impraticabile. Se ne andrebbe qualsiasi sicurezza di preservare quel poco che si è risparmiato. L'italiano è politicamente moderato perchè è prudente. Ma è chiaro che siamo sotto ricatto.Non cambierà nulla , almeno politicamente. Inutile minacciare il non voto o il voto in cambio dell'impegno a depotenziare la spending review. Soprattutto l'impiegato pubblico vota il singolo partito nella stessa proporzione in cui lo fa il resto dell'elettorato. E continuerà a farlo, per prudenza. Sono possibili exploit ma una volta sola. C'è poi un altro dato che condanna in partenza gli impiegati pubblici. Presso il resto dei cittadini la popolarità loro (e della P.A. Cui appartengono) è agli stessi livelli rasoterra di quella dei politici. La popolazione cioè manderebbe volentieri all'inferno la P.A. (con il suo contenuto umano) e la Politica (indipendentemente dall'appartenenza partitica). Difficile che gli uni o gli altri possano fungere da base per il riscatto dell'Italia.

Troppo tardi (CISL)pensare alla riorganizzazione per evitare i tagli. I tagli ci saranno e dovranno essere i cittadini, nel Day After, a pretendere di avere determinati servizi che da anni mancano o sono insufficienti indipendentemente se da un soggetto pubblico o privato. Altrimenti, sì che verrebbe meno la coesione e il senso stesso delle Istituzioni. Guardiamo alla realtà: il personale pubblico (funzionari e dirigenza) attualmente non ha più credibilità. Occorreva pensare prima a evitare di delegare, come propri rappresentanti, carrieristi senza scrupoli e traffichini, capaci solo di tutelare se stessi e men che meno di svolgere un ruolo propositivo.E di rafforzare sigle sindacali esistenti ad immagine e somiglianza dei partiti, garanti, per loro conto, dell'ordine sociale.

E' dal 1980 che la contrattazione è una finta contrattazione (è da allora infatti che su questo subiamo un vero e proprio lavaggio del cervello) e quindi da allora si è sviluppata una finzione, un teatrino, che ha portato solo danni e povertà, che ha raso al suolo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L'appiattimento retributivo e di carriera ha demotivato tutto il personale e, dal 1993, la scandalosa retribuzione che hanno cominciato a percepire “dirigenti” promossi per raccomandazione ha completato il lavoro. E poi la corruzione, il malaffare, il nepotismo, e chi più ne ha più ne metta.

La falsa privatizzazione ha ucciso una PA già cadavere. Finora si era tirato avanti perchè le risorse ancora bastavano. Ora la festa è finita e molti ci rimetteranno posto e pensione.Anche perchè la retribuzione è talmente bassa che se di nascosto non ce la erogassero neppure ce ne accorgeremmo. Vale a poco l'allarme sulla fine dei servizi essenziali. In pratica già sono inesistenti o se ci sono, pura illusione. Ognuno di noi, raccontando episodi vissuti in prima persona, potrebbe attestarlo.

Siamo d'accordo nel cercare di riorganizzare la PA attraverso una concertazione tra Governo e parti sociali ma tra queste ultime debbono essere ricomprese anche le organizzazioni dei consumatori. E poi insistiamo, fino alla noia: occorre una alleanza tra chi lavora in buona fede nella PA e i cittadini/utenti esterni ad essa. Questa è l'unica cosa che temono i governanti, i banchieri, la partitocrazia, le gerarchie sindacali. Andiamo oltre queste forme organizzative dei lavoratori, oltre queste divisioni artificiose in sigle sindacali. Se la contrattazione deve essere finta, meglio che venga abolita. Se i meccanismi di rappresentatività diventano la maniera per rendere impossibile e impotente una vera dialettica, aboliamoli, torniamo all'assetto precedente. Se gli interessi dei lavoratori della PA e quelli costituzionalmente tutelati degli altri cittadini sono entrambi compromessi dal crollo di un sistema economico e sociale, poniamoci l'interrogativo se abbia ancora senso una legge sulla limitazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.

E infine finiamola con gli opportunismi anche interni alla fascia dei lavoratori pubblici “normali”. Ci facciano capire, anche attraverso forme democratiche di consultazione, quali forme di lotta siano disposti a adottare se, cioè, sono veramente disposti a tutto , determinati a rivoltare questa Pubblica Amministrazione, le sue assurdità e i suoi privilegi, come un calzino.

Le organizzazioni sindacali del lavoro pubblico che sono disposte a questo salto di qualità nella lotta per l'esistenza (dei lavoratori, delle loro famiglie e dei servizi) si facciano avanti e si impegnino unitariamente. Quelle intenzionate al doppio gioco vengano isolate e i loro fautori cambino mestiere, perchè il tempo della pazienza è finito.

domenica 8 luglio 2012

CARI PARLAMENTARI CAMPANI E CARO MINISTRO PASSERA, DIAMOCI DA FARE .QUESTO IrisBUS POTREBBE PASSARE PER L'ULTIMA VOLTA. NON PERDIAMOLO!

Per il 9 luglio le maestranze dell'IRISBUS hanno indetto una riunione alla quale hanno invitato tutti i parlamentari campani.
http://www.ilciriaco.it/attualita/news/?news=20907
Sul piatto vi sono due questioni: l'IRIBUS come azienda (una di quelle che vede la FIAT di Marchionne in uscita)  e l'indotto della zona di Avellino.
Come si ricorderà, a seguito dell'annuncio della chiusura dello stabilimento da parte della FIAT si fece avanti la DR MOTORS dell'imprenditore molisano Di Risio, Il quale si propose contemporaneamente  per rilevare l'altro stabilimento FIAT, quello di Termini Imerese.Quella di Di Risio, tuttavia, sembra essere stata una meteora, in quanto diverse verifiche hanno fatto emergere punti interrogativi dal punto di vista finanziario.
Purtroppo le prospettive, per tutti gli imprenditori, italiani e stranieri, che volessero investire nel settore dei trasporti italiano , sono, da tempo, piuttosto nebulose, dato che manca un preciso piano nazionale dei trasporti da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
E' da anni che le forze in campo individuano, nella rottamazione del vecchio parco automezzi e nella sua sostituzione con autobus ecologici. l'unica strategia in grado di dare un futuro al settore. E' ovvio poi che è proprio dagli stabilimenti Iribus di Avellino e dalle piccole imprese dell'indotto nella zona che non potrà non venire il contributo iniziale e decisivo.
E' verificata inoltre la competitività dal punto di vista dei costi e della produttività dello stabilimento di Avellino e quindi assolutamente deleterio che in futuro le amministrazioni pubbliche bisognose di nuovi mezzi li acquistino (col denaro pubblico) da altri paesi concorrenti.
E'  meritoria e assolutamente da sostenere l'iniziativa dei lavoratori dell'IRIBUS di sollecitare la politica ad occuparsi, per una volta, dei problemi concreti dell'industria italiana che ha i numeri per sopravvivere e riprendersi. Speriamo che gli onorevoli di tutti i partiti e il Ministro Passera,  per una volta,  dimostrino analogo senso di responsabilità nazionale. Ma facciamo presto perchè questo IrisBUS passa una volta sola, l'ultima!

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:VIAGGIO IN UN ALTRO PIANETA

Veramente suggestivo l'articolo di sabato sul Il Giornale che potete rileggere qui di seguito:
http://www.ilgiornale.it/esteri/ecco_citta_costo_zero_dove_tutto_e_privatizzato/07-07-2012/articolo-id=595830-page=0-comments=1
Purtroppo la pubblicazione di questo articolo non può non inquadrarsi nella battaglia che contrappone, in Italia, coloro che ritengono che la Pubblica Amministrazione di gran parte dei servizi ai cittadini sia un modello superato e insostenibile nei costi e coloro che pongono l'accento sulla necessità che per la fascia di cittadini meno abbienti sia necessario che lo Stato (in tutte le sue articolazioni) venga incontro fornendo determinati servizi gratuitamente E/o a costi inferiori di un eventuale libero mercato.
Occorre però abituarsi, tutti, a ragionare sui problemi distaccandosi dalle polemiche politico-ideologiche.Anche perchè il processo di privatizzazione avanza da anni, conquista ambiti impensabili fino a poco tempo fa e ad esso hanno ormai fatto l'abitudine non solo gli sponsor più accaniti (le aziende) ma anche i cittadini e addirittura gli stessi lavoratori della P.A. I quali, contrariamente a quel che si pensa, votano più o meno gli schieramenti con le stesse proporzioni di consensi del resto dell'elettorato e, più che altro, vivono l'iscrizione ai sindacati semplicemente come precauzione per subire i minori danni possibili da questi cambiamenti in atto. Superfluo poi sottolineare che , anche nell'esempio USA, non è in discussione il ruolo dello Stato Federale (le cosiddette funzioni essenziali) al contrario dell'Italia in cui abbiamo un decentramento meno accentuato e uno Stato Centrale che cerca, con le unghie e con i denti, di resistere alla spoliazione di competenze a vantaggio delle periferie (e, dove perde, si rifà duplicando: pensiamo ad esempio all'agricoltura o alla sanità).
Qualcosa che si nota di meno è che in realtà quelle "aziende" USA, protagoniste della privatizzazione delle funzioni pubbliche sono molto, ma molto diverse da quelle italiane. Che , appunto, gestiscono "all'italiana" (quindi con immancabili ingredienti di monopolio mascherato, clientelismo , assoggettamento alla politica che non a caso designa i dirigenti), e lì scaturiscono altri costi impropri, ogni e qualsiasi moderna privatizzazione. Pensiamo alle Ferrovie, alle Poste, alla Telefonia, ecc.Proprio un altro mondo, dunque, al punto di partenza, durante la corsa e al punto di arrivo. L'Italia è l'unico paese in cui privatizzare significa: eliminare la vera concorrenza, diminuire i posti di lavoro, peggiorare la qualità del servizio e moltiplicare i costi. Cosa manca all'Italia per rifare tutto da zero e bene, così come sembra abbiano fatto (noi però non siamo andati a controllare) a Sandy Springs in Georgia (USA? E trovare un gioco che ci dia dei risultati e ci faccia risalire la classifica?Un grande allenatore. Pensavamo di averlo trovato in Monti ma ci sta deludendo.A sua giustificazioneb occorre considerare che i precedenti allenatori hanno combinato solo disastri. Che le casse sono allo stremo. La sua squadra è il risultato di anni di fuga dei cervelli dall'Italia e di mondo accademico invaso dal familismo. I tifosi (gli elettori) sono poco entusiasti e vanno poco allo stadio. I biglietti costano troppo e si preferisce stare dentro casa a guardare la televisione.
Chissà , magari un allenatore straniero che adotti metodi e gioco di oltreoceano...

venerdì 6 luglio 2012

PER GLI EXTRACOMUNITARI CLANDESTINI , IMPORTANTE NOVITA' (ATTENZIONE,PERO': LA NORMA ANCORA NON E' IN VIGORE!)

DAL SITO DELL'AGENZIA ANSA:

"Immigrazione, permesso a chi denuncia sfruttatore

Ok Cdm al decreto con le sanzioni sul caporalato

06 luglio, 19:01
 Permesso di soggiorno al dipendente che denuncia il suo sfruttatore. Lo prevede lo schema di decreto legislativo approvato oggi dal Consiglio dei Ministri in recepimento della direttiva europea sulle sanzioni per i datori di lavoro che impiegano stranieri irregolari. Il provvedimento inasprisce dunque le sanzioni già previste per chi assume lavoratori non in regola.
Le pene sono ulteriormente aumentate se i lavoratori irregolari occupati sono più di tre, se sono minori e se sono sottoposti a condizioni lavorative di particolare sfruttamento. In questi casi è rilasciato il permesso di soggiorno della durata di sei mesi, con possibilità di rinnovo per un anno o più, per lo straniero che "abbia presentato denuncia e cooperi nel procedimento penale instaurato nei confronti del datore di lavoro". Ci sarà una breve fase transitoria, come aveva auspicato il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, per consentire al datore di lavoro di adeguarsi alla nuova normativa. I tecnici dei ministeri interessati stanno ora lavorando per ultimare i dettagli del provvedimento. Si parla di una sanzione intorno ai 1.000 euro per i datori di lavoro che violano la norma.
OK CDM A DL CON SANZIONI SU CAPORALATO  - Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva, su proposta del ministro per gli Affari Europei e del ministro del Lavoro, il decreto legislativo che recepisce la normativa comunitaria in materia di sanzioni e provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Lo si legge nella nota di Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri"

Fin qui la notizia ANSA

Come ALEI-AGL però avvertiamo che la norma non è ancora in vigore. Pertanto consigliamo di non adottare iniziative avventate, di non prestare fede a voci incontrollate (e pertanto a non dare soldi a chi vi promette di farvi avere il permesso di soggiorno)  e, invece, se si ha intenzione di attivarsi per far valere questa norma (se i contenuti verranno confermati) , CONTATTARE SUBITO  LE NOSTRE SEDI SINDACALI SUL TERRITORIO PER INIZIARE A RACCOGLIERE LA DOCUMENTAZIONE OCCORRENTE ED AVERE ASSISTENZA per le iniziative successive.
Consigliamo di fare attenzione perchè ovviamente quei datori di lavoro che fino ad oggi si sono comportati illegalmente sicuramente vorranno adottare cautele e contromisure. Vi invitiamo pertanto a non firmare nulla che vi venga sottoposto dal datore di lavoro e, semmai, prima, di chiedere consiglio (sarà garantita la massima riservatezza) al nostro Sindacato (ALEI-AGL). Vi preghiamo di passare parola ai vostri colleghi che ancora non capiscono l'italiano.

EDILIZIA: L'ITALIA, LA REGIONE LOMBARDIA, IL CANTIERE REALE.

Complimenti alla Regione Lombardia.
Dal sito PMI SERVIZI
http://news.pmiservizi.it/news/sicurezza-news/sorveglianza-sanitaria-lavoratori-edili-linee-guida-lombardia.html
Dalla lettura di questa bella notizia scaturiscono però delle considerazioni ovvie, terribilmente, ancora, ovvie. Gran parte dell'Italia è un'altra cosa, gran parte della Lombardia, quella dei cantieri reali, è un'altra cosa.
Mancano storicamente due elementi affinchè questi progetti possano passare dai buoni propositi alla realizzazione.
Una classe imprenditoriale che rinneghi lo sfruttamento e che assieme ai lavoratori condivida una cultura del rispetto della sicurezza. Un soggetto (lo Stato, la Regione, qualcuno, nel disastro, ha ipotizzato una sorveglianza privata e tramite telecamere) che controlli i cantieri con la stessa cura in cui viene controllata, ad esempio, una banca. Ma , purtroppo, la vita umana , soprattutto dei moderni schiavi, degli extracomunitari, vale meno, sembra, nei fatti, di ciò che contengono le banche.
I cantieri edili, è inutile negarlo, sono diventati la prima linea di una guerra con tanti morti e feriti. Il dramma è che l'attività sulla sicurezza sul lavoro è stata talmente istituzionalizzata e formalizzata che risulta difficile per le associazioni che avrebbero qualcosa da dire, far valere buone idee ai più alti livelli. Crediamo, come ALLEA-AGL, che solo i lavoratori, rischiando in  prima persona, potranno iniziare a far mutare questo stato di cose. E, forse, qualche imprenditore e qualche governante illuminato. Perchè, è triste dirlo, l'apparato sulla sicurezza sul lavoro che è stato costruito in Italia è un business (legale) all'interno di un altro business (illegale) che prospera sul lavoro nero, sui bassi salari, sullo sfruttamento, sull'ignoranza delle norme di sicurezza. Speriamo in questo, come sindacato, di saper fare una piccola rivoluzione.

CHIMICA VERDE: UNA SPERANZA PER LA SARDEGNA, PER LA SUA AGRO-INDUSTRIA E PER IL SUO FABBISOGNO ENERGETICO

Leggiamo con piacere una notizia in controtendenza rispetto alle vicissitudini di questi anni dei lavoratori dell'industria sarda.
Dal sito de LA NUOVA SARDEGNA
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/07/06/news/chimica-verde-si-parte-matrica-apre-i-cantieri-1.5367439
Primo elemento: un impianto petrolchimico rimpiazzato da azienda operante nella chimica verde.La partecipazione non passiva degli agricoltori e organi di controllo dell'ambiente al passo con le esigenze dello sviluppo.Grande interesse desta la realizzazione del concetto di filiera innovativa e il coinvolgimento dei vari attori di essa.
I comitati di cittadini molto attivi nelle realtà locali sarde non mancheranno di far sentire la loro voce e di far pesare il loro parere in materia.
Per anni abbiamo sostenuto che per risalire la china (crisi generale dell'agroindustria e specifica dell'economia sarda) occorreva inventarsi qualcosa di nuovo. Ora abbiamo qualcosa di molto concreto su cui anche i lavoratori sardi vorranno dire la propria. L'ideale sarebbe salvaguardare al massimo le tradizioni e evitare che dal bisogno di sviluppo scaturiscano deleterie distorsioni e speculazioni. Quindi vigilanza critica ma anche partecipazione entusiasta a queste novità