Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro
(confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

venerdì 27 giugno 2014

RIFORMA DELLA PA: I GRANDI SINDACATI, PRESENTI NEL CNEL, SEMPRE PIU' NEL PALLONE (A SPESE DEL CONTRIBUENTE)


da http://blog.quotidiano.net

Camera con vista

di Giancarlo Mazzuca, direttore de "Il Giorno"


Cnel sfiducia chi taglia

 27 giugno 2014
NESSUN GIORNALE ha riportato la notizia, ma, l’altro giorno, è successo un fatto non certo strano, che dimostra come le ultime resistenze della Casta sono dure a morire perché lo slogan che gira nel Palazzo è uno solo: finché c’è vita, c’è speranza.

È il caso del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia del lavoro - una volta chiamato, pomposamente, la “terza Camera” - che il governo Renzi ha deciso di abolire rispettando, ovviamente, i tempi necessari (a fine anno?) per il suo scioglimento, essendo un organo costituzionale. Dunque, succede che, nell’ultima assemblea, il segretario generale, Franco Massi, è assente: viene subito votata una mozione che lo sfiducia per la quarta volta in tre anni. Sono presenti 36 consiglieri su 65, non ha partecipato al voto il presidente Marzano: 21 (soprattutto i sindacalisti) sono favorevoli alla mozione, 9 (terzo settore e Confcommercio in particolare) contrari, mentre 6 (soprattutto i rappresentanti di Confindustria) si astengono. Peccato solo che Massi è proprio quel grand commis dello Stato che ha dimostrato sul campo come si possono tagliare drasticamente le spese del Cnel.

Se, infatti, nel periodo 2010-2012, il Consiglio costava, mediamente, 18,2 milioni di euro ogni dodici mesi per sfornare 34 documenti e appena due disegni di legge, nell’ultimo triennio il costo annuale è sceso a 12,7 milioni, cinque e mezzo in meno, per produrre 30 documenti, 3 disegni di legge e 3 notiziari telematici. In tal modo, è stato, così, restituito allo Stato il 35% dei fondi di dotazione percepiti. Non era mai successo.
Caro Renzi, con tutta la tua buona volontà, sarà dura, molto dura, vincere definitivamente la battaglia anti-spreco...
giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net

venerdì 20 giugno 2014

E' SIN DALLA SUA NASCITA CHE L'AGL SOSTIENE LA STESSA TESI.MASSIMO RISPETTO PER CHI SCIOPERA MA ORMAI E' UN'ARMA SPUNTATA.GLI SCIOPERI NEI TRASPORTI SONO CONTROPRODUCENTI: SPOSTANO L'OPINIONE PUBBLICA DALLA PARTE DEI GOVERNANTI CUI SI CHIEDE DI POR FINE AI DISAGI.LO SCIOPERO NEL PUBBLICO IMPIEGO AVVANTAGGIA CHI DIRIGE LA BUROCRAZIA PERCHE' FA RISPARMIARE SOLDI CHE VANNO A FINIRE NEI PREMI DEI DIRIGENTI VENDUTI.E ANCHE IN CASO DI PROTESTA DURA OGNI DANNO E' SCARICATO SUL CONTRIBUENTE, CIOE' SUL LAVORATORE STESSO.MA ALLORA I LAVORATORI DEVONO STARE FERMI E SUBIRE? NO, DEVONO SEMPLICEMENTE CAMBIARE IL MODO DI COMBATTERE,COLPIRE I VERI RESPONSABILI DELLA LORO CONDIZIONE E ANDARSENE DAI VECCHI SINDACATI ("CONFEDERALI", "AUTONOMI "E "ANTAGONISTI") DIRETTI DA VECCHI E NUOVI TROMBONI IN DIVISA DA TRIBUNO DELLA PLEBE CHE, COME ACCADE PER I GENERALI DEGLI ESERCITI IN DECADENZA, SANNO SOLO ORGANIZZARE PARATE (GLI SCIOPERI) A USO E CONSUMO DELLA AUTOCONSERVAZIONE DEL PROPRIO RUOLO E DEI PROPRI PRIVILEGI.NON C'E' NULLA DI PIU' PREZIOSO DEL PROFITTO PER L'IMPRENDITORE PRIVATO E DELLA INTOCCABILITA' DELLA POLTRONA PER CHI COMANDA LA BUROCRAZIA.PORTAFOGLIO E CADREGA:E' LI' CHE BISOGNA COLPIRE!PERCHE' I VOSTRI "SINDACALISTI" NON LO FANNO GIA'?POSSIBILE CHE NON L'ABBIATE CAPITO?PERCHE' FANNO FINTA DI DIFENDERE VOI MA, DI NASCOSTO, PER AVERE FAVORI PER SE' STESSI, SI METTONO D'ACCORDO PROPRIO CON I VOSTRI PADRONI O I VOSTRI DIRIGENTI.SI CHIAMA "SINDACALISMO ALL'ITALIANA": CAPISCI AMME'!

                                          (nella foto: il Sen. Prof. Pietro Ichino)

dal sito del Sen. Prof. Pietro Ichino
http://www.pietroichino.it

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SCIOPERI CHE HANNO SEMPRE MENO SENSO

RIFLESSIONI DOPO ALCUNI SCIOPERI FALLITI, DALLA RAI ALLA MASERATI, DALLA SPEZIA A GRUGLIASCO
Intervista a cura di Alberto Brambilla, pubblicata su Il Foglio il 18 giugno 2014
Da forma eccezionale di protesta libera dei lavoratori che fu, secondo la concezione originaria dei padri costituenti, lo sciopero si è ridotto a una forma di contestazione anacronistica e inefficace, quando si parla di manifestazioni aziendali, rituale e impopolare, quando si parla di servizi pubblici. Gli “scioperi all’ultimo minuto”, “quelli dell’ultima ora (prima della chiusura)”, quelli “per allungare il weekend” (del venerdì o del lunedì nei trasporti locali) sono per la grande maggioranza riti logori con cui il sindacato “manifesta debolezza, mostrando di non saper dare segni di vita diversi da questo e più producenti”. La pensa così Pietro Ichino, giuslavorista, senatore di Scelta civica, ex Pd. A sollevare la riflessione è il caso dello stabilimento Fiat di Grugliasco dove lunedì la Fiom ha realizzato uno sciopero di un’ora per protestare contro i turni e le condizioni di lavoro concordati tra Fiat e gli altri sindacati firmatari del contratto aziendale (Fiom quindi esclusa) per fare fronte alla crescente richiesta di Maserati lì prodotte. Evento “assolutamente incomprensibile”, ha risposto Fiat con un duro comunicato, in uno stabilimento “che sta creando posti e opportunità di lavoro”, rianimato dopo sette anni di fermo e diventato il perno del rilancio globale di Fiat-Chrysler con la promessa di un miliardo di euro di investimenti da parte dell’ad Sergio Marchionne. Il successo numerico dello sciopero è discusso. Per Fiom avrebbe raggiunto picchi del 30 per cento di adesioni in certi reparti. Per Fiat solo dell’11 per cento, con 11 vetture prodotte in meno. Anche dal punto di vista della Fiom il risultato è “contropruducente”, dice Ichino: tanto che il segretario Maurizio Landini “farà bene a considerare che da esiti come questo viene confermata la debolezza del suo sindacato, intesa come capacità di raccogliere un consenso maggioritario, ma anche come capacità di sintonizzarsi con un nuovo sistema di relazioni industriali non più corrispondente al paradigma anacronistico dell’antagonismo tra imprenditore e lavoratori”. In uno stabilimento dove la Cgil – èra pre-Marchionne – aveva una percentuale bulgara, un sondaggio Fiom della settimana scorsa ha ricevuto solo per il 20 per cento di adesioni (476 su 2.000 schede distribuite) con un lavoratore su tre che si diceva rappresentato anche dalle altre sigle. “Lo sciopero è efficace se dimostra la volontà dei lavoratori di manifestare il proprio consenso con le scelte del sindacato. Negli anni Settanta si scioperava magari solo per un quarto d’ora al fischio del delegato sindacale, e si fermavano tutti: era il segno della forza organizzativa del sindacato, della sua piena presa sui lavoratori”. Perché la conflittualità persiste nonostante un contratto aziendale che, in teoria, dovrebbe ridurla? “Quando si esprime nella forma dello sciopero, la riduzione della conflittualità non è determinata dallo spostamento della contrattazione dal centro alla periferia, ma dalla contesto di piena dall’esposizione dell’impresa alla concorrenza globale”, dice Ichino.
“Soprattutto se le imprese operano in un contesto globale perché i lavoratori percepiscono che se si indebolisce l’azienda si fa un regalo ai competitor – dice Ichino, d’altronde la competizione per Fiat si sente: le immatricolazioni europee sono in ripresa ma a ritmi più contenuti rispetto ai concorrenti – e perciò, a maggiore ragione, nel vedere l’inefficacia di uno sciopero un lavoratore potrebbe i lavoratori tendono dunque a preferire un giorno di paga a uno di protesta inefficace”. Così è andata con lo sciopero mancato di Pasquetta in un ipermercato di La Spezia: i dipendenti hanno lavorato snobbando la chiamata della Cgil, altro caso clamoroso. Ma tra mobilitazioni numericamente esigue e successo discutibile che senso ha lo sciopero nel XXI secolo? “Per i padri costituenti era un’arma estrema, eccezionale. Poi, negli ultimi quarant’anni lo sciopero ha subito una degenerazione – dice Ichino –; è quasi scomparso dal settore manifatturiero per diventare una forma di lotta utilizzata quasi esclusivamente nel terziario, in quello dei servizi e soprattutto nei trasporti. E qui la sua efficacia si esprime non tanto nel produrre un danno al datore di lavoro – il quale anzi trae sovente un vantaggio economico dallo sciopero, vedi le aziende del trasporto pubblico locale che nel giorno di stop non hanno usura dei mezzi né consumo di carburante – quanto nel produrre un danno alla cittadinanza, finalizzato a una pressione sui poteri pubblici”. E’ qui che la protesta ha perso Perdendo il “carattere di eccezionalità”, la protesta ha “assunto frequentemente un carattere marcatamente opportunistico, con il grave issimo difetto di confondere tutti nel gruppo degli scioperanti, tra chi vuole solo approfittare di un weekend lungo e chi invece manifesta reale consenso alle istanze sindacali”. Ciò ha tolto allo sciopero “il valore morale che originariamente aveva e ha isolato il sindacato suscitandogli contro l’ostilità dell’opinione pubblica prevalente”. Com’è stato nel caso dei tagli governativi alla Rai con la retromarcia del sindacato dei giornalisti, l’Usigrai, da una protesta impopolare che ha diviso i confederali (Cgil e Uil intransigenti, Cisl dialogante). Quale altra forma di contestazione allora? “Non ci si deve preoccupare troppo se lo sciopero perde il carattere della ‘normalità sindacale’ che ha assunto negli ultimi decenni, recuperando la natura eccezionale che deve essergli propria”, dice Ichino. “La negoziazione delle condizioni di lavoro deve basarsi sulla ‘madre di tutte le sanzioni’ di cui i lavoratori dispongono: la minaccia di porre la loro professionalità al servizio di altri. Usare il mercato del lavoro minacciando efficacemente non lo sciopero, che distrugge ricchezza e fa danno anche agli scioperanti stessi, ma l’ingaggio di un imprenditore diverso. Nell’economia globalizzata questo è diventato sempre più a portata di mano, quando c’è un sindacato che sa fare il proprio mestiere.
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mercoledì 18 giugno 2014

DOMENICA 13 LUGLIO 2014, ORE 9,00, A MILANO, CONGRESSO NAZIONALE STRAORDINARIO DELLA ANVG ASSOCIAZIONE NAZIONALE VOLONTARI DI GUERRA. LA ASSEMBLEA E' APERTA AL PUBBLICO

La Segreteria Nazionale AGL saluta gli amici della ANVG e, nel ringraziarli per le interessantissime iniziative culturali di questi mesi, rivolge loro i più fervidi auguri di buon lavoro, auspicando, in futuro, collaborazione e iniziative comuni per la difesa e diffusione dei valori da entrambe propugnati, soprattutto tra le nuove generazioni.


giovedì 12 giugno 2014

Mercoledì 2 luglio alle ore 21.30 CONFERENZA SU JUAN DOMINGO PERON


Mercoledì 2 luglio alle ore 21.30
Milano, via Duccio di Boninsegna 21/23 (MM Buonarroti), presso la sede dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra.



L'1 luglio 1974 moriva Juan Domingo Peron. Era tornato in Argentina nel tentativo di salvare la repubblica dai disordini e dalla guerra civile in cui stava precipitando. Dopo la seconda guerra mondiale aveva governato per un lungo periodo, ostacolato dai poteri forti, l'Argentina, ponendo la basi di uno sviluppo economico e sociale contraddistinto da forme di "socialismo nazionale" e da una reale autonomia in politica estera. Nel 40* anniversario della morte l'ANVG - Federazione di Milano ricorda il comandante ed il politico. Presenta Andrea Benzi. Relatore della serata Gabriele Adinolfi.


Andrea Benzi , Presidente Federazione di Milano ANVG Associazione Nazionale Volontari di Guerra.




martedì 3 giugno 2014

4 GIUGNO 2012 - 4 GIUGNO 2014: L'AGL COMPIE DUE ANNI!



MINISTRO POLETTI: ALLA VIGILIA DELL'EXPO E ALLA LUCE DEI SEGUENTI GRAVISSIMI FATTI, NON LE SEMBRA OPPORTUNO DARE UNA "AGGIUSTATINA" AI VERTICI AMMINISTRATIVI E ISPETTIVI DELLA DIREZIONE REGIONALE DEL LAVORO DELLA LOMBARDIA E DELLA DIREZIONE TERRITORIALE DEL LAVORO DI MILANO?

da www.corriere.it

L?operazione? Sei arresti. Tra loro ispettori del lavoro, due imprenditori, un carabiniere infedele: «Se pagano faccio tutto»

Fermata la banda del tachigrafo

Si vendevano ai camionisti per frigoriferi, condizionatori e viaggi ai Caraibi Griffati «In cambio la ditta mi ha regalato una borsa e un portafogli di Louis Vuitton»


Si vendevano per un frigorifero, un viaggio ai Caraibi, un altro a Disneyland Parigi, un orologio, un borsellino Louis Vuitton, un condizionatore, soldi contanti. Gli ispettori del lavoro, perennemente eccitati dall?idea di un regalo in arrivo, accettavano di tutto. Vivevano in funzione delle mazzette, dei doni, degli euro consegnati in una busta e dentro la confezione di un cd musicale. Del resto il mantra, come sintetizzato da un altro della banda che falsificava i tachigrafi dei camion e risparmiava multe ai guidatori e guai alle loro aziende, era il seguente: «Tutto si può fare, basta pagare». Pensiero e parole, per il dolore dell?Arma, dell?appuntato Antonio Sorrentino, lui pure arrestato con i tre ispettori. Il carabiniere infedele Sorrentino pilotava le denunce, le aggiustava . La Direzione milanese del lavoro è nella bufera, per questo marcio che avanza: l?inchiesta, condotta dagli stessi carabinieri che non hanno esitato a far piazza pulita, per prima cosa al proprio interno, senza sconti, con decisione, è la seconda tranche. Mesi fa già era finita in manette lady bustarella , al secolo Maria Assunta Spanò, 49 anni, che, beccata e catturata, s?era subito messa a cantare , vendendosi i soci. Lady bustarella aveva fatto nomi, aveva spiegato come funzionavano i traffici sporchi, aveva elencato come s?era arricchita nel corso degli anni. Con lei agiva il socio Stefano Martinelli. Costui, presentato e introdotto nelle ditte di camion dalla Spanò, assicurava agli imprenditori che con un software da lui inventato si potevano alterare i dati dei tachigrafi. I camionisti debbono rispettare, oltre che il codice della strada, precise disposizioni sui tempi e i chilometri della guida. In caso di infrazioni, rischiano la patente e il posto di lavoro. Ma in virtù delle azioni criminali della banda, ci son stati camionisti che hanno evitato di perdere anche 62 punti sulla patente e multe da migliaia di euro. Sei in totale, a quest?ultimo giro, gli arrestati. Del carabiniere Sorrentino, 48 anni, abbiamo detto. Si aggiungano altri tre ispettori della Direzione del lavoro che incassavano e due imprenditori che pagavano. Gli ispettori: Giuseppe De Fina (57 anni), Elio Montini (56) e Giuseppe Pellerito (51). Gli imprenditori: Salvatore Castaldi (44i) e Pietro Ciprì (41). Nelle pagine di custodia firmate dal gip Giuseppe Gennari scorrono avidità e incassi fraudolenti, denaro in cambio di «controlli leggeri», e scorrono questi titolari d?azienda che anziché indignarsi, denunciare, non fiatavano: vedevano com?era il sistema e si adattavano, senza alcun scrupolo morale. Le ispezioni di Spanò e compagnia erano piuttosto visite di piacere, un caffè, quattro chiacchiere e due risate, insomma una farsa. E intanto si ignoravano camionisti che bruciavano le tappe, guidavano stanchi morti e andavano a folle velocità, per consegnare prima la merce e ricevere un premio in busta paga. Le indagini sono dei carabinieri del Nucleo tutela del lavoro: in sei mesi, trenta gli episodi accertati. Gli ingranaggi erano così oliati che gli arrestati si permettevano di far gli snob. Sentite un racconto della Spanò: «De Fina non mancava mai di farmi pesare quanto mi aiutasse e tutte le volte che io gli chiedevo di darmi una mano nelle verifiche, mi sentivo in obbligo e allora lui chiedeva qualcosa... Disse che aveva bisogno di un condizionatore Daikin con due split... Lo voleva color argento... Ricevetti a casa il prodotto... De Fina venne a ritirare ma quando scoprì che era bianco e non argento si arrabbiò molto...».

Galli Andrea
Pagina 05
(01 giugno 2014) - Corriere della Sera





da www.ilgiorno.it

Cronotachigrafi dei tir truccati, sei arresti

lunedì 2 giugno 2014

L'AGL SOSTIENE "SENZA SE E SENZA MA" I 44 PUNTI DEL GOVERNO RENZI SULLA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

"""""Vogliamo fare sul serio.
L'Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco
(dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia) torniamo rapidamente fra i Paesi leader del
mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per
l'Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione.
Vogliamo fare sul serio, dobbiamo fare sul serio.
Il Governo ha scelto di dare segnali concreti. Questioni ferme da decenni si stanno finalmente
dipanando. Il superamento del bicameralismo perfetto, la semplificazione del Titolo V della
Costituzione e i rapporti tra Stato e Regioni, l'abolizione degli enti inutili, la previsione del ballottaggio
per assicurare un vincitore certo alle elezioni, l'investimento sull'edilizia scolastica e sul dissesto
idrogeologico, il nuovo piano di spesa dei fondi europei, la restituzione di 80 euro netti mensili a chi
guadagna poco, la vendita delle auto blu, i primi provvedimenti per il rilancio del lavoro, la riduzione
dell'IRAP per le imprese. Sono tutti tasselli di un mosaico molto chiaro: vogliamo ricostruire un'Italia
più semplice e più giusta. Dove ci siano meno politici e più occupazione giovanile, meno burocratese e
più trasparenza. In tutti i campi, in tutti i sensi.
Fare sul serio richiede dunque un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione. Diverso
dal passato, nel metodo e nel merito.
Nel metodo: non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici.
Che nel pubblico ci siano anche i fannulloni è fatto noto. Meno nota è la presenza di tantissime persone
di qualità che fino ad oggi non sono mai state coinvolte nei processi di riforma. Persone orgogliose di
servire la comunità e che fanno bene il proprio lavoro.
Compito di chi governa non è lamentarsi, ma cambiare le cose. Per questo noi, anziché cullarci nella
facile denuncia, sfidiamo in positivo le lavoratrici e i lavoratori volenterosi. Siete protagonisti della
riforma della Pubblica Amministrazione.
Nel merito: abbiamo maturato alcune idee concrete. Prima di portarle in Parlamento le offriamo
per un mese alla discussione dei soggetti sociali protagonisti e di chiunque avrà suggerimenti, critiche,
proposte e alternative. Abbiamo le idee e siamo pronti a intervenire. Ma non siamo arroganti e quindi ci
confronteremo volentieri, dando certezza dei tempi.
Le nostre linee guida sono tre.
1. Il cambiamento comincia dalle persone. Abbiamo bisogno di innovazioni strutturali:
programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato
del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di
lavoro, asili nido nelle amministrazioni.
2. Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione. Non possiamo più permetterci nuovi
tagli orizzontali, senza avere chiari obiettivi di riorganizzazione. Ma dobbiamo cancellare i
doppioni, abolendo enti che non servono più e che sono stati pensati più per dare una poltrona
agli amici degli amici che per reali esigenze dei cittadini. O che sono semplicemente non più
efficienti come nel passato. 3. Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei
servizi. Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di
spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la
vita del cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai più moduli
diversi per le diverse amministrazioni.
Ciascuna di queste tre linee guida richiede provvedimenti concreti.
Ne indichiamo alcuni su cui il Governo intende ascoltare la voce diretta dei protagonisti a cominciare
dai dipendenti pubblici e dai loro veri datori di lavoro: i cittadini.
Il cambiamento comincia dalle persone
1) abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio, sono oltre 10.000 posti in più per giovani nella
p.a., a costo zero
2) modifica dell'istituto della mobilità volontaria e obbligatoria
3) introduzione dell’esonero dal servizio
4) agevolazione del part-time
5) applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai compensi che un singolo può percepire dalla pubblica
amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione
6) possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa opzionale per il lavoratore in esubero
7) semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn over fermo restando il vincolo sulle
risorse per tutte le amministrazioni
8) riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego
9) introduzione del ruolo unico della dirigenza
10) abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su incarichi a termine
11) possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine
12) valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione
dell’andamento dell’economia
13) abolizione della figura del segretario comunale
14) rendere più rigoroso il sistema di incompatibilità dei magistrati amministrativi
15) conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni
 Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione
16) riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando gli oltre 20 enti che svolgono
funzioni simili, per dare vita a centri di eccellenza
17) gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (ufficio per il
personale, per la contabilità, per gli acquisti, ecc.)
18) riorganizzazione del sistema delle autorità indipendenti
19) soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione e attribuzione delle funzioni alla
Banca d'Italia
20) centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia
21) abolizione del concerto e dei pareri tra ministeri, un solo rappresentante dello Stato nelle
conferenze di servizi, con tempi certi
22) leggi auto-applicative; decreti attuativi, da emanare entro tempi certi, solo se strettamente
necessari
23) controllo della Ragioneria generale dello Stato solo sui profili di spesa
24) divieto di sospendere il procedimento amministrativo e di chiedere pareri facoltativi salvo casi
gravi, sanzioni per i funzionari che lo violano
25) censimento di tutti gli enti pubblici
26) una sola scuola nazionale dell’Amministrazione
27) accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile
28) riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (es. ragionerie provinciali e sedi regionali
Istat) e riduzione delle Prefetture a non più di 40 (nei capoluoghi di regione e nelle zone più
strategiche per la criminalità organizzata)
29) eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle camere di commercio
30) accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali
31) razionalizzazione delle autorità portuali
32) modifica del codice degli appalti pubblici
33) inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli
avvocati per le liti temerarie 34) modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo, udienza di merito
entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, condanna automatica alle spese
nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto
35) riforma delle funzioni e degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato
36) riduzione delle aziende municipalizzate
Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei
servizi
37) introduzione del Pin del cittadino: dobbiamo garantire a tutti l’accesso a qualsiasi servizio pubblico
attraverso un'unica identità digitale
38) trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche: il sistema Siope diventa “open data”
39) unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente
40) concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni
41) unificazione e interoperabilità delle banche dati (es. società partecipate)
42) dematerializzazione dei documenti amministrativi e loro pubblicazione in formato aperto
43) accelerazione della riforma fiscale e delle relative misure di semplificazione
44) obbligo di trasparenza da parte dei sindacati: ogni spesa online
Sarà per noi importante leggere le Vostre considerazioni, le Vostre proposte, i Vostri suggerimenti.
Scriveteci all'indirizzo rivoluzione@governo.it
La consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Nei giorni successivi il Governo predisporrà le
misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno 2014.
Grazie di cuore e, naturalmente, buon lavoro.
Matteo Renzi Marianna Madia"""""